Eredità da un milione ma i soldi non si trovano

LENTIAI. Un’eredità da un milione. Ma dov’era il testamento? Tra due pentole, in una credenza della cucina. Insieme al portafoglio, alla carta d’identità e al blocchetto degli assegni di Corrado...

LENTIAI. Un’eredità da un milione. Ma dov’era il testamento? Tra due pentole, in una credenza della cucina. Insieme al portafoglio, alla carta d’identità e al blocchetto degli assegni di Corrado Gasperin. Il documento olografo era contenuto in una busta chiusa con la colla già presente sulla linguetta. L’ha spiegato in tribunale il marito di Dora Tres: la nipote del defunto è accusata di falso ideologico in atto pubblico e appropriazione indebita. È difesa dall’avvocato Fent e, per l’accusa, avrebbe falsificato il testamento dello zio e si sarebbe impossessata dei soldi: sono 136 mila euro in un conto corrente e 102.500 di una polizza vita. Questo denaro è finito inizialmente in un conto intestato a entrambi i coniugi. In un secondo momento, lui le ha firmato un assegno, la comunione dei beni è venuta meno, a differenza dell’amore e l’uomo non sa più che fine abbiano fatto questi quattrini.

Ma in quell’eredità c’erano anche un’immobile a uso rurale, alcuni terreni e un’abitazione a Lentiai, che la Tres ha sempre abitato, senza mai pagare l’affitto. Tanto prima o poi sarebbe diventata sua. La donna sposerà l’architetto sentito ieri mattina come testimone della difesa, che provvederà alla ristrutturazione, sempre con la benedizione del proprietario.

A lamentarsi e far partire il processo Enzo Carlin, primo cugino di Gasperin e parte civile con Gandin. Nell’udienza di ieri mattina, soltanto i testi della difesa, dalla mamma dell’imputata all’amica del cuore, con la quale le capitava di fare delle passeggiate. E tutti hanno detto, più o meno, le stesse cose. Dora Tres andava spesso a trovare lo zio e si occupava con affetto di lui, a maggior ragione dopo una breve ma inesorabile malattia della moglie.

Rimasto solo in casa, Gasperin morirà improvvisamente il primo agosto 2010 e gli addolorati familiari dovranno chiamare sia i vigili del fuoco che i carabinieri, per entrare in quell’alloggio chiuso a chiave. Qualche mese prima, il 29 gennaio, la Tres aveva portato al notaio Andrea Zamberlan di Feltre un testamento olografo, apparentemente scritto a mano dal defunto. Il notaio lo pubblicò il 17 settembre e, dalla sua lettura, i sette cugini scoprirono che la Tres era stata dichiarata erede universale. Carlin non ci ha mai creduto. Ci sono state tre perizie: difficile capire chi abbia ragione.

In definitiva, la testimonianza più importante è stata quella del marito dell’imputata. Il più bersagliato di domande dall’avvocato Gandin, che gli ha anche sottoposto tutta una serie di documenti bancari e dell’assicurazione, per verificare che le sue firme fossero genuine: ebbene lo sono.

Il giudice Coniglio ha rinviato al 9 settembre per la discussione finale.

Gigi Sosso

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