Eredità destinata ai poveri della frazione, ma ad Arten non ce ne sono

Comune di Fonzaso in difficoltà perché nella frazione ci sono  pochi indigenti: «Soldi utili nel capoluogo, ma non si può toccarli»

FONZASO. I “poveri di Arten” non sono i poveri di Fonzaso. Ma a Fonzaso, di persone indigenti, ce ne sono molte di più rispetto alla frazione arteniese. E non si possono traslare, sul bisogno documentato dell’intero territorio fonzasino, i fondi di una cospicua eredità lasciata da un benefattore. Così succede che solo per il 2018 il Comune deve stanziare una somma di 26 mila euro per il parziale pagamento di due rette, l’una per la casa di riposo di Fonzaso, l’altra per quella di Alano, mentre invece può pagare per intero una sola retta per un anziano residente ad Arten.

E nessun escamotage può essere cercato e messo in atto, se non la clausola che basta essere vissuti cinque anni ad Arten per poter beneficiare, in caso di bisogno, dei provvidenziali fondi. Del resto lo aveva specificato a chiare lettere, nella disposizione testamentaria, il benefattore Luigi Bazzocco che dopo una vita lavorativa trascorsa a Roma, aveva devoluto tutti i suoi risparmi al comune di Fonzaso, con la specifica che fossero destinati agli indigenti di Arten, e a quello di Artegna (paese d’origine friulano della moglie).

Ma famiglie di indigenti a Fonzaso ce ne sono almeno una trentina. Ad Arten, poche assai. «Noi con i soldi del benefattore paghiamo per intero la retta alberghiera in casa di riposo Sant’Antonio, a un anziano con incapienza di reddito che risiede ad Arten», dice il sindaco Giorgio Slongo, «ma disponiamo di una cifra che, se tutto andrà bene con la vendita di un’altra casa a Roma, supererà di gran lunga i cinquecentomila euro di cui disponiamo, grazie al benefattore. Il problema è che a Fonzaso capoluogo documentiamo una trentina di nuclei familiari che hanno bisogno di un rinforzo finanziario per poter andar avanti dignitosamente. Ad Arten, paradossalmente, di indigenti non ne abbiamo. Non possiamo intervenire sulle disposizioni testamentarie del nostro lodevole concittadino. L’unica cosa sulla quale possiamo avvalerci per far rientrare i cittadini nel beneficio finanziario del benefattore, è di tener presente se per almeno cinque anni di vita il potenziale destinatario sia vissuto nella frazione».

Luigi Bazzocco, fonzasino di nascita, si era trasferito a Roma dove ha lavorato una vita come portinaio. Già all’indomani del lascito (si parla del 2011), si era discusso in consiglio sulla definizione di “poveri di Arten” indicati nella dicitura testamentaria, per capire come impiegare il capitale che originariamente ammontava a circa 536 mila euro, ai quali va aggiunta anche la quota della casa di Roma, stimata inizialmente in 460 mila euro, ma forse adesso ribassata a 400 mila. Non sarebbero tutti di Fonzaso perché Bazzocco ha due nipoti ereditari. Di tutto quello che possedeva Bazzocco, fra cui polizze assicurative e depositi bancari, il 60 per cento è per la legittima agli eredi, il 40 per cento è andato al Comune.
 

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