Eredità Gasperin, Dora Tres assolta da tutte le accuse

Lentiai. I dubbi sul testamento non sono stati superati, ma non c’è prova che il documento sia falso né che lo abbia falsificato l’imputata. Caduta anche l’appropriazione indebita
Di Irene Aliprandi

LENTIAI. Assolta perché non è stata raggiunta la prova che abbia commesso il reato né che il reato ci sia stato. Si è concluso ieri, con la sentenza emessa dal giudice Antonella Coniglio, il processo a carico di Dora Tres, la donna accusata di aver falsificato il testamento dello zio acquisito pur di diventarne erede universale. La Tres, 47 anni, difesa dall’avvocato Davide Fent, era la nipote della moglie di Corrado Gasperin che rimase vedovo e visse da solo negli ultimi anni della sua vita. La Tres era l’unica parente, per quanto acquisita, che andasse a trovarlo per tenergli un po’ di compagnia e aiutarlo se ne aveva bisogno. Un comportamento riferito da tutti i testimoni e che è risultato determinante nella sentenza di assoluzione.

Gasperin, infatti, morì all’improvviso nel 2010, il primo agosto e qualche mese prima, a fine gennaio, era stata proprio la Tres a portare al notaio Andrea Zamberlan di Feltre il testamento olografo in busta chiusa, trovato in una credenza in mezzo ad altri documenti dello zio.

Il testamento fu pubblicato dal notaio a metà settembre e la Tres divenne l’erede di due case (una di queste era già nella sua disponibilità da anni) e di 236 mila euro in liquidità. Gasperin, però aveva dei parenti diretti, dei cugini che sarebbero stati i suoi eredi se non avesse lasciato un testamento. In particolare, a dubitare dell’originalità del documento, fu Enzo Carlin che ha denunciato la Tres e si è costituito parte civile (assistito dagli avvocati Luca Dalle Mule e Enrico Gandin, che lo seguono anche nella causa civile) nel processo per falso ideologico in atto pubblico e appropriazione indebita.

Ieri il processo è arrivato alle conclusioni con la richiesta di condanna da parte del pubblico ministero d’udienza Sandra Rossi e della parte civile e l’arringa della difesa. L’avvocato Fent, tra le altre cose, si è soffermato sulle quattro perizie calligrafiche disponibili, tutte in qualche modo diverse tra loro, ma nella sostanza anche utili a rilevare che, se davvero il testamento fosse falso (ma non è provato) nulla indica che l’autore sia la Tres.

Decisiva anche la testimonianza di una vicina, alla quale Gasperin confidò che aveva intenzione di lasciare tutti i suoi beni alla nipote acquisita. Oltre al fatto che i cugini, Carlin compreso, non si sono mai fatti vedere a casa del parente rimasto vedovo.

Assoluzione piena, invece, per l’accusa di appropriazione indebita, sorta in merito alla rendicontazione. La Tres, infatti, fu provvisoriamente nominata custode giudiziario dell’eredità e, secondo l’accusa, aveva omesso di inserire il saldo iniziale nel rendiconto. Secondo la difesa, per definizione, il suo obbligo di rendicontazione iniziava dopo la nomina a custode.

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