Erostrato, 12 imputazioni per il piromane di Cesio

Quattro le ipotesi di reato contestate e indagata è sempre la famiglia Aquini

CESIOMAGGIORE. Quattro reati, dodici episodi. Il faldone del caso Erostrato sta prendendo forma, in procura della Repubblica. La famiglia Aquini di Cesiomaggiore è sempre indagata: il capofamiglia Nemesio, la moglie Fiorella Vescovo e il figlio Samuele. Le posizioni sono diverse, addirittura la donna potrebbe uscire dal fascicolo. Nessuno è già imputato, tanto meno condannato, ma i delitti contestati sono quelli di procurato allarme, danneggiamento aggravato, incendio doloso e tentata estorsione.

I capi d’imputazione sono una dozzina e coprono tutto l’arco di tempo tra l’imbrattamento dei magazzini comunali dei primi di luglio e il sacchetto di caramelle con gli spilli nel cortile dell’asilo di Cergnai (Santa Giustina) del 22 gennaio. Nei sette mesi delle indagini preliminari, rientrano gli imbrattamenti delle chiesette di Sant’Agapito e Calliol e del muro di cinta del cimitero; le lettere con la polverina bianca al sindaco Carlo Zanella e alla scuola del paese e gli incendi alla legnaia di Morzanch e al deposito di attrezzi di Norcen (Pedavena). Restano le tre lettere al nostro giornale, due delle quali arrivate via posta ordinaria e la terza fatta trovare accanto al pacchetto di dolciumi. I reati sono contestati in continuazione.

Gli indagati hanno difensori di fiducia negli avvocati Stefano Zallot e Luciano Perco. Sono stati perquisiti dai carabinieri della Compagnia di Feltre in borghese la mattina del 5 febbraio e nella loro abitazione è stato sequestrato materiale interessante: dai libri di nazismo o chimica, ai fogli a quadretti con appunti o una preghiera satanica, alla cera di candele e agli spilli. Gli accertamenti sono passati anche per la biblioteca del paese, in particolare per il testo Adelphi della dissoluzione chiesto in prestito due volte dagli Aquini e contenente la questione teologica del “kathecon” dell’ultima lettera, e per il supermercato, in cui il 27 dicembre sono state comprate caramelle uguali a quelle dell’asilo con i punti della spesa entrati nella carta fedeltà. Senza dimenticare la donna con il cane, che ha visto gli Aquini in passeggiata con del fumo sullo sfondo.

Per la procura, possono essere indizi gravi, precisi e concordanti, mentre per la difesa non lo sono.

Nemesio Aquini avrebbe voluto essere interrogato, mentre la magistratura era più interessata a sentire il figlio, che invece si è avvalso della facoltà di non rispondere. Sicuramente è dal 22 gennaio che Erostrato non si fa sentire e le due lettere arrivate nelle scorse settimane in procura con il messaggio «Vi state sbagliando: sono io Erostrato» non hanno riscosso credito. Tanto meno le scritte antisemite e filopalestinesi apparse su un muro laterale della chiesa e in altri quattro punti del paese.

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi