Erostrato, gli Aquini sono sotto pressione ma non confessano

Nemesio e Samuele si dicono innocenti tramite i legali La chiusura delle indagini è prevista per la metà di aprile

CESIOMAGGIORE. Presunzione di colpevolezza, non presunzione d’innocenza. Nemesio e Samuele Aquini, i due indagati per il caso Erostrato, si sentono sotto attacco. Mentre la pressione di giornali e televisioni, soprattutto nazionali, si è un po’ alleggerita, quella degli investigatori non concede loro tregua. Sono dello scorso fine settimana l’interrogatorio della donna di famiglia Fiorella Vescovo (che non è indagata) e il prelievo del Dna dei due uomini con il tampone salivare.

Carabinieri di Feltre e magistratura sono sicuri di essere sulla pista giusta fin dallo scorso mese di dicembre e, se non proprio una confessione su lettere, imbrattamenti, incendi e caramelle con gli spilli, stanno aspettando un passo falso decisivo dei sospettati, da unire agli indizi gravi, precisi e concordanti che ritengono di aver già raccolto e soprattutto alle perizie, calligrafica e informatica, che saranno pronte per la metà di aprile. Quanto alla saliva andrà ricercata sotto il francobollo e nella chiusura delle lettere.

I difensori Zallot e Perco, invece, ritengono che la procura della Repubblica non abbia niente d’importante in mano e naturalmente che gli Aquini siano innocenti su tutto: «L’hanno detto e ripetuto strenuamente e non abbiamo motivi per non dar loro credito. È anche su questo che poggerà la nostra strategia difensiva Quando potremo avere accesso agli atti, alla fine delle indagini preliminari, prenderemo le iniziative necessarie. Adesso non abbiamo modo di fare nemmeno una perizia».

Nell’interrogatorio di venerdì pomeriggio nella caserma dei carabinieri di Feltre, Fiorella Vescovo ha risposto alle domande su abitudini e spostamenti dei congiunti, ma non dovrebbe aver aggiunto niente di determinante a quello che già si sapeva. La donna è solo persona informata sui fatti e non aveva bisogno di essere assistita da alcun avvocato. È l’unica della famiglia ad aver parlato, dal momento che Samuele si è avvalso della facoltà di non rispondere, quando il 22 febbraio è stato convocato in procura della Repubblica; i magistrati non hanno intenzione di ascoltare Nemesio.



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