Erostrato tace da un mese: giuste le formule chimiche

Cesio. Le sostanze che l’anonimo incendiario dice di aver utilizzato esistono Benzina e comune olio di semi i combustibili usati per due incendi rivendicati

CESIOMAGGIORE. Erostrato, un piccolo chimico. Le formule esistono, le sostanze ci sono. L’anonimo incendiario e imbrattatore di Cesiomaggiore non solo bazzica i classici della mitologia greca, ma ha anche qualche conoscenza di atomi e molecole. Rimane da dimostrare che nella miccia dei due incendi appiccati dalla scorsa estate in poi ci sia veramente il permanganato di potassio, accanto alla glicerina. Quanto al combustibile, è plausibile che abbia usato sia il petrolio che l’olio di semi. Funziona anche il liquido usato per friggere le patatine. L’ultima parola sarà detta dall’Istituto zooprofilattico di Padova, che ha ricevuto i campioni.

In due occasioni Erostrato ha inviato lettere contenenti non solo messaggi deliranti, filonazisti e anti-immigrati, ma anche una polverina di colore bianco. L’hanno ricevuta sia il sindaco Carlo Zanella che i dipendenti della scuola di Cesio. Che non fosse antrace, o carbonchio come lo chiama lui era poco meno che scontato. Più probabile il talco, al di là del silicato di zinco e del bicarbonato di sodio. Almeno questo enigma è risolto e nessuna conseguenza.

L’ultimo atto dell’anonimo è la lettera al nostro giornale del 27 dicembre: dodici righe scritte con la solita calligrafia in stampatello piena di spigoli la rivendicazione del «deposito di inutilità zona Norcen e del primo capanno a Morzan vicino alla legnaia». In fondo al messaggio, una citazione in latino dall’Eneide di Virgilio, nel passo in cui Enea dice a Didone «ti mi costringi, o regina a rinnovare un indicibile dolore». E sotto una croce satanica fatta veramente male.

Da allora, non si è più fatto sentire, almeno che si sappia. Nessun incendio in giro, dal momento che quello di Cesiominore di qualche giorno fa è stato causato dal malfunzionamento della canna fumaria. Nessun’altra lettera con il codice di avviamento postale in fondo e il timbro postale del centro di smistamento di Padova. Il protocollo previsto dai vigili del fuoco, in caso di attacco chimico-batteriologico non è scattato da nessuna parte. Una pausa di quasi un mese e i carabinieri che lo stanno ancora cercando, sulla base di tutti gli elementi che sono stati raccolti.

Nessuno ha sospetti in paese (due persone hanno un alibi) e le prossime festività sono in calendario ad aprile.



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