Erto e Casso, cellulari a singhiozzo
ERTO. Difficoltà di comunicazione, preoccupazione per l’accesso alle cure mediche. La nuova amministrazione comunale di Erto e Casso, guidata da Antonio “Fernando” Carrara, deve affrontare due importanti problematiche che affliggono parte del paese e la zona del Vajont. La mancanza del segnale telefonico e la scadenza della convenzione sanitaria con il Veneto. Criticità che si riversano sia sui residenti che sui numerosi visitatori dei luoghi della memoria e sugli sportivi dell’arrampicata. Circa 150 mila presenze all’anno, stima il sindaco.
«La frazione di Casso e l’area della diga», spiega Carrara, «sono da anni senza un segnale telefonico. Il telefonino riesce a connettersi solo a macchia di leopardo. Ho già sollecitato le varie compagnie telefoniche anche se purtroppo la logica è quella che ci sono troppi pochi residenti per rendere conveniente l’installazione di un servizio adeguato di ripetitori. Ritengo che questo sia sbagliato, perché penalizza le zone di montagna, senza tener conto del fatto che i numeri dei turisti sono ovviamente molto significativi. A settembre mi incontrerò sia con i referenti delle compagnie telefoniche che con altri provider, per vedere di sbloccare questa situazione che va avanti da troppi anni».
Altro problema, altrettanto grave, è quello della scadenza della convenzione sanitaria per le zone limitrofe al Veneto, siglata proprio con questa regione. Senza il rinnovo dell’accordo, chiunque abbia emergenze sanitarie deve rivolgersi ad ospedali friulani molto più scomodi rispetto ai più vicini bellunesi.
«Da qualche anno assistiamo ad un paradosso dovuto alla regionalizzazione della sanità», continua il sindaco. «Una volta c’era una convenzione per le aree limitrofe, per cui per emergenza ad Erto si poteva andare negli ospedali di Belluno o Pieve di Cadore, che distano una mezz’oretta di auto, invece che Pordenone che dista un’ora. Stesso discorso valeva per il 118 e il Suem, con l’elicottero che partiva dalla postazione di Pieve. Ora invece bisogna rivolgersi alla sanità della propria regione e quindi la galleria sulla diga è diventata una specie di “muro”. È davvero grave questo mancato rinnovo della convenzione, le ripercussione saranno pesanti per cittadini e turisti che saranno costretti ad allungare di molto i tempi per raggiungere gli ospedali. Per non parlare delle degenze, con i familiari dei malati costretti a sobbarcarsi chilometri in più per assistere i propri cari. Solleciterò i responsabili della questione, anche questa purtroppo ferma da anni».
Enrico De Col
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