Esame di maturità alla prova del Covid, dieci commissari subito sostituiti

Belluno, resta l’incognita per l’inizio delle prove scritte nelle prossime ore. Il preside De Lazzer: «Si rischiano i test suppletivi»
Paola Dall’anese

BELLUNO. Sono una decina i commissari interni che ieri sono stati sostituiti al momento dell’insediamento delle commissioni per l’esame di Stato che inizierà domani.

Questa la situazione di ieri, secondo quanto confermato dall’Ufficio scolastico provinciale che cura ogni anno la costituzione delle 40 commissioni d’esame composte da un presidente che arriva da una scuola esterna a quella dove dovrà operare e sei docenti dipendenti dell’istituto superiore in cui si svolgeranno le prove. I dieci commissari sono stati prontamente sostituiti con altrettanti docenti o degli istituti superiori dove si svolgono gli esami o di altre scuole. Nessun problema, invece, con i presidenti che ieri erano tutti presenti.

Si preannuncia quest’anno un esame di Stato ancora più complicato dei due dell’epoca Covid. Se infatti, nel 2020 e 2021 c’era soltanto la prova orale, quest’anno le due prove scritte in presenza da svolgere durante un momento in cui i casi di contagio stanno aumentando, potrebbe rendere gli esami più complessi.

Anche dall’Ufficio scolastico fanno sapere che ancora non è arrivato il momento di cantare vittoria e stare tranquilli. «Se oggi (ieri per chi legge, ndr) siamo riusciti a sostituire le persone mancanti, dobbiamo vigilare da qui in avanti, perché non sappiamo se il Covid nel frattempo porterà ad altri contagi».

Quello che preoccupa di più, non è solo l’eventualità di dover cambiare membri delle commissioni, ma dover rifare le prove scritte per gli studenti che potrebbero contagiarsi nei prossimi giorni non potendo così presentarsi agli esami. Per loro sono previste delle prove suppletive che si terranno il 6 e 7 luglio. Se anche in questa occasione ci saranno degli assenti tra i candidati alla maturità, si dovranno riunire le commissioni a settembre nelle scuole dove si sono registrate le assenze.

«La situazione non è semplice, tutt’altro», commenta Mauro De Lazzer, dirigente scolastico dell’istituto superiore Catullo di Belluno e incaricato dall’Ufficio scolastico regionale di dare supporto alle commissioni in queste giornate di esami. «So che alcuni docenti sono a casa col Covid, ma so anche di alcuni studenti che sono risultati positivi al virus in questi giorni. Per loro quasi sicuramente si imporrà la prova suppletiva di luglio. Credo che si dovrà considerare questa ipotesi visto l’incremento dei contagi in provincia».

Quindi la vera prova del nove per questi esami di Stato saranno proprio i giorni delle prove scritte. «Devo ammettere che una situazione così impegnativa per la pandemia non me l’aspettavo», continua De Lazzer. In alcuni istituti superiori, non avendo personale docente a disposizione sono stati chiamati dei professori di altre scuole superiori.

«Ma mi preoccupano i ragazzi. Pensiamo», prosegue De Lazzer, «che soltanto al liceo artistico la seconda prova di indirizzo dura tre giorni. Se uno studente si ammala nei prossimi giorni, significa che dovrà rifare a luglio la prova. Una prova impegnativa, malgrado assegni soltanto un massimo di 10 crediti al fine della votazione conclusiva dell’esame».

Resta poi il fatto che per coprire tutte le commissioni, molti tra presidenti e commissari sono alla prima esperienza in un esame di maturità. Quindi resta un po’ di incertezza e la tensione per paura di sbagliare.

Insomma, quella che doveva essere la prova del ritorno alla normalità dopo la pandemia, rischia di diventare un’esperienza complicata e più lunga del previsto. Infatti, i ragazzi che eventualmente dovranno sostenere la prova scritta suppletiva, saranno aggiunti al programma degli orali in coda a tutti gli altri loro colleghi. Inoltre, quando ci saranno le prove suppletive, gli orali saranno sospesi per almeno 3-4 giorni per permettere anche la correzione degli elaborati. E questo rischia di far slittare la conclusione degli esami oltre la metà di luglio.

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