Esce di strada in scooter Stangato per la gran bevuta

La Valle. Il livello di 2.7 di alcol nel sangue costa 18 mesi di arresto e 6 mila euro La patente gli viene revocata per stato di ebbrezza e scatta la confisca della moto
Di Gigi Sosso
Una pattuglia dei carabinieri di Feltre
Una pattuglia dei carabinieri di Feltre

LA VALLE AGORDINA. La Vespa vola fuori strada. Il conducente si schianta da solo sulla strada tra La Valle e Agordo, nel tratto in cui non ci sono né case né locali che possano servire alcolici. Ma pur essendo ancora pomeriggio, L.V. aveva bevuto a tal punto ché il prelievo del sangue all’ospedale di Agordo rivelerà un tasso alcolemico di 2.7 grammi per litro. Decisamente alto, anche se l’esame ematico è più pesante del soffio nell’alcotest. Basta rientrare anche solo nella forbice tra 0 e 0.5 per avere problemi. Nel caso di questo imputato per guida in stato di ebbrezza, è scattata una condanna a un anno e sei mesi di arresto, 6 mila euro di ammenda più le spese processuali, revoca della patente e confisca della moto. Pena sospesa dal giudice Antonella Coniglio.

C’è il sole quel 10 settembre di tre anni fa e l’uomo sta procedendo lungo la provinciale 347, che scende ad Agordo e sale al passo Duran, prima di sconfinare in Valzoldana. La strada è libera, eppure l’agordino esce in beata solitudine, in sella alla sua Vespa di colore rosso. Scattato l’allarme, intervengono i carabinieri di Agordo e l’ambulanza del Suem 118. I militari devono fare i rilievi e provvedere all’esame alcolemico, mentre i sanitari trasportano il ferito al pronto soccorso dell’ospedale. Qui i medici gli praticano un prelievo, che gli costerà la patente e tutto il resto. Nel racconto del carabiniere sentito ieri mattina, nell’aula di tribunale, si parla di occhi lucidi, alito inequivocabile e anche fatica a parlare.

È presto, la giornata estiva è luminosa e non c’è alcun pericolo di sbagliarsi. Ci sono dei bar tra le ultime case di La Valle e la frazione agordina di Crostolin, ma non dove succede l’incidente e questo lo con ferma anche il militare. Lì c’è soltanto il panorama verso le montagne del Parco delle Dolomiti Bellunesi. Il pm Gianluca Tricoli non ha difficoltà a dimostrare la responsabilità penale dell’imputato, ma si è fermato a una richiesta di un anno e sei mesi di arresto e 4 mila euro di ammenda. L’avvocato difensore Giuseppe Triolo non ha fatto domande, ma si è spinto a chiedere l’assoluzione o, male che vada, il minimo della pena con le attenuanti generiche, se concedibili.

Il giudice Coniglio si è chiusa in camera di consiglio e ne è uscita, dopo qualche minuto, con una condanna superiore a quella proposta dall’accusa: un anno e sei mesi, d’accordo, ma 6 mila euro di multa, le spese processuali, la revoca della patente e la confisca del veicolo.

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