Esculapio torna a casa e sarà restaurato

Accordo tra la Soprintendenza e alcune associazioni, la grande statua verrà esposta nella chiesa dell’Annunziata

FELTRE. Un fisico scolpito di oltre due metri, figlio del dio Apollo e patrono della medicina. Il pezzo più pregiato dell'archeologia feltrina è la statua di Esculapio, che nelle intenzioni dell'amministrazione diventerà il simbolo del nuovo e rivalutato museo Civico con una connotazione archeologica. Chi lo riporterà a casa sono le associazioni, che finanzieranno il restauro di tasca propria. In prima fila la Famiglia Feltrina, il Rotary, i due Lions club, la Fenice e il Fondaco. L'obiettivo dell'operazione Esculapio è di restituire già in estate a Feltre la statua che ora è nei magazzini della Soprintendenza, sistemandola provvisoriamente nella sala Pia dell'ex chiesetta dell'Annunziata vicino al Duomo, prima di portarla nel museo Civico nell'ambito del progetto che sta venendo avanti.

Inizierebbe a costituirsi un vero e proprio percorso archeologico che partirebbe dalla parte bassa della città (area archeologica del Duomo e sala Pia per esposizioni temporanee), proseguirebbe attraverso la valorizzazione dell'area del Belvedere (con i fondi Brancher) e culminerebbe in cittadella in quello che si vuole trasformare in museo Civico archeologico. «Sotto il profilo economico il nostro contributo è niente rispetto alla spesa del Comune, però è importantissimo perché consente di partire con il reperto fondamentale frutto degli scavi fatti tra il 1970 e il 1976 nell'area antistante al Duomo», dice il coordinatore Gianmario Dal Molin. «Nel 1974 è stata ritrovata questa grande statua, una scoperta che mettere in evidenza il culto del dio Esculapio all'interno della romanità padana».

Poi il destino della statua non è stato pari al suo valore, perché è rimasta per decenni tra gli scantinati in attesa del restauro che si rivelava sempre più improbabile. A questo punto però «abbiamo coinvolto il Soprintendente, che ha deciso che se le associazioni si fossero messe d'accordo finanziando il restauro, avremmo potuto trattare direttamente con la ditta», racconta Dal Molin. «È quello che sta avvenendo. Siamo in grado di finanziare l'80 per cento subito (sui 14-15 mila euro) e successivamente l'intero importo (18-19 mila euro), promuovendo una serie di iniziative per reperire fondi». Manlio Doglioni del Lions mette l'accento sulla sinergia tra le associazioni con il sogno dell'Esculapio in comune, Anna Rossi della Fenice sottolinea l'aspetto della promozione della cultura, che per Luigi Cazzola va nella direzione di un turismo comprensoriale. «Di fronte alla cifra per il restauro non proibitiva», dice Giuditta Guiotto del Fondaco, «la meta ci è parsa vicina e ci siamo mobilitati».

Raffaele Scottini

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