Esercitazioni militari la protesta di Emergency

BELLUNO. Primo giorno di esercitazioni a terra e prima interrogazione al sindaco Massaro: i militari hanno informato il Comune di Belluno che si sarebbero addestrati al poligono del monte Serva? «Pare proprio di no» protesta “Insieme per Belluno” con Bristot e Casagrande. Accadrà domani, primo giorno di “prove terrestri” e, appunto, di consiglio comunale.
«Abbiamo chiesto al sindaco se i militari hanno chiesto l’autorizzazione al Comune o, per lo meno, se hanno informato. Zero» protesta Casagrande. «Loro hanno tutto il diritto di andare in guerra preparati, ma quando ci entrano in casa dovrebbero per lo meno bussare».
In realtà è prassi che i comandi militari segnalino le date di esercitazione alla Prefettura. E così è avvenuto. L’1, 2, 7, 8 e 9 marzo e il 4,11, 12, 20 e 27 aprile il Serva si trasformerà in un grande poligono di tiro da parte del Comando Forze Operative Nord, che ha sede a Padova. Saranno utilizzate armi individuali e di reparto, come la mitragliatrice con munizionamento ordinario, nonché esplosivi. Meglio, dunque, non avvicinarsi al teatro di guerra che, proprio per questo, sarà delimitato da bandieroni rossi.
Questo il perimetro: a nord fra la Casetta e Col dei Broli; a est fra Prome, Salto del lupo e Pascolet; a sud Col Mussac e ru de le Salere; a ovest Casera di Caneva, Cervoi e casera Coston. Concluse le operazioni, è fatto divieto di raccogliere e detenere armi e munizioni e materiale esplosivo.
«Siamo nei pressi del Parco delle Dolomiti e gli eventuali danni non sarebbero proprio da mettere in conto» afferma Bristot, consigliere comunale, che non riesce a capacitarsi di queste “prove di guerra'. I danni sono stati previsti dall'autorità militare, tanto che invita, nell’eventualità, a compilare le domande di risarcimento, da presentare entro il 12 maggio al Comune. Paolo Vendramini, sindaco di Ponte nelle Alpi, puntualizza che nel territorio del suo Comune dovrebbero essere interessati solo alcuni sentieri e che non si sono verificate particolari preoccupazioni da parte della sua gente. A Belluno, invece, hanno protestato i volontari del canile, ma anche Emergency.
«Siamo seriamente preoccupati per il prossimo inizio di esercitazioni militari sul Monte Serva - mette le mani avanti Pierpaolo Straforini -. Lo siamo come privati cittadini ma, soprattutto, come volontari di Emergency, l’Ong fondata nel 1994 da Teresa Sarti e Gino Strada, per portare cure medico chirurgiche alle vittime delle guerre. Le prove di guerra vanno abolite, ovunque; ma tant'è, scenderanno qui da noi e noi, come gruppo territoriale, non staremo a guardare e abbiamo deciso di attivarci».
Il portavoce di Emergency lascia intendere che vi sarà una protesta in campo aperto? «No. Dialogheremo con gli abitanti e le amministrazioni delle zone coinvolte circa l’informazione ricevuta al riguardo: sanno cosa sta succedendo? Sono d'accordo? E poi coinvolgeremo tutti coloro che si oppongono alla scelta della guerra come soluzione dei conflitti internazionali attraverso l'organizzazione di incontri pubblici per raccontare la guerra dal punto di vista di un'organizzazione che, in 23 anni di esperienza, ha curato oltre 8 milioni di persone. Noi pensiamo di essere più sicuri dove non ci sono armi, anziché avendo i carri armati alle porte». (fdm)
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi