Esibizionista in un locale: gli atti osceni non sono reato
SOSPIROLO. Mostra i “gioielli di famiglia” alla barista. Ma accanto agli atti osceni in luogo pubblico, c’erano la violazione di domicilio e le minacce. Una lunga serie di colpe per il sospirolese N.L., ma un processo in definitiva brevissimo, perché gli atti osceni sono stati depenalizzati e per gli altri reati le querele sono state ritirate. Ne rimaneva soltanto una in piedi, presentata dal padre di una delle parti offese, che nel frattempo è diventato maggiorenne. Sono bastate la volontà di annullarla, un documento e una firma. Il giudice Coniglio ha chiuso il caso con una sentenza di non doversi procedere benedetta anche dal pubblico ministero Rossi, figurarsi dall’avvocato Rinaldo.
Ma vale la pena ripercorrere quello che è successo, duranta una serata della metà di novembre di qualche anno fa. Il futuro imputato deve avere qualcosa contro la gestrice di un bar di Susin di Sospirolo. L’uomo entra nel locale e si abbassa i pantaloni mostrando i genitali a lei e agli altri avventori. Qualche giorno dopo, entrerà nella sua abitazionee non ascolterà l’invito ad andarsene, aggiungendo un secondo reato.
Quella stesso giorno ha detto alla donna frasi pesanti, minacciandola anche di morte: anche se sei una donna, ti faccio fuori. In un secondo momento, se l’è presa con una ragazza, alla quale avrebbe risparmiato la morte, ma non le botte. Infine, un giovane, con il quale non è stato di nuovo gentile, ma in dialetto bellunese: «Te cope, te taje le man». Ti ammazzo, ti taglio le mani. Terzo reato.
In prima battuta, il difensore aveva sollevato l’eccezione del mancato rispetto dei termini a comparire, poi si è andati oltre, dal momento che gli atti osceni non sono più previsti come reato e le querele sono state ritirata, anche se in tempi diversi. Inevitabili le richieste di non doversi procedere da parte del pubblico ministero e dell’avvocato e conseguente la sentenza del giudice Coniglio, che ha concluso una vicenda che andava avanti da diverso tempo. (g.s.)
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