Esondazione del lago a Alleghe no alla class action contro Enel
alleghe
Niente class action contro Enel, ma con Regione e Genio civile dovrà nascere un dialogo per risolvere la questione delle esondazioni del lago di Alleghe. Che cosa si potrà fare e si farà per ovviare al fatto che in occasione di grandi piogge il livello del lago salga e provochi danni alle abitazioni circostanti è difficile dirlo. Se ne è però parlato ieri pomeriggio in municipio ad Alleghe.
All’incontro hanno partecipato le amministrazioni comunali di Alleghe e Rocca Pietore, proprietarie del lago, una cinquantina di persone proprietarie delle abitazioni sul lungolago e anche due tecnici Enel, Giovanni Rocchi (direttore dell’area nord-est di Enel Green Power) e Stefano Savio (responsabile Water Management di Enel Green Power). Incalzati dalle domande del sindaco di Alleghe, Siro De Biasio, del consigliere di minoranza Giovanni Paolo De Bernardin, del proprietario dello Sport Hotel Europa, Sergio Pra, e di Amedeo Franceschini, proprietario di una delle abitazioni danneggiate, i due tecnici Enel hanno spiegato cosa è successo prima e durante l’alluvione.
«Ci siamo attivati sin dal 24 ottobre rinforzando le guardianie», hanno detto, «il 26, di fronte al primo bollettino arancione di criticità, abbiamo iniziato ad abbassare il lago. Sabato 27 c’è stato un leggero decremento nelle portate e attorno alle 19 abbiamo raggiunto il minimo livello consentito dalla soglia. Oltre non si può andare. La minima quota di 967,20 è stata mantenuta per alcune ore di sabato, poi è partito l’evento. Con le piogge di domenica abbiamo aperto le paratoie, quindi non c’erano sbarramenti. Poi è arrivata la piena e il livello è cresciuto. Non potevamo fare altro. Quello che possiamo fare in questi casi è usare i gruppi di produzione che però portano solo 20 metri cubi al secondo».
I due tecnici hanno insistito nello spiegare che la natura del lago non permette grossi margini di manovra in situazioni come quelle del 29 ottobre, ma anche in altre. «Ammesso che si modifichi lo sbarramento», hanno detto, «recuperiamo 30 centimetri che vuol dire 108 mila metri cubi in più. Nella situazione di lunedì 29 avremmo cioè recuperato appena 12 minuti: non sarebbe servito assolutamente a niente. Anche riuscissimo a recuperare un metro, con le portate di quel tipo (300 metri cubi al secondo) il lago si sarebbe riempito subito, perché è un lago naturale che non ha laminazione, non ha scarichi profondi e in 40 minuti si riempie».
Dubbi sono stati avanzati facendo un confronto con quanto successo al lago di Cencenighe. «Cencenighe», hanno detto i tecnici Enel, «ha una deroga del genio civile che consente, con portate superiori agli 80 metri cubi, di aprire la diga. Ma Cencenighe ha due scarichi profondi da 400 metri cubi al secondo».
Uno scenario tutt’altro che positivo quello delineato davanti ai cittadini che, se le cose resteranno come sono, si vedono condannati a subire altri allagamenti in occasione di piogge abbondanti. «La soluzione», ha detto Rocchi, «non è quella di abbassare il lago di 3-4 metri, ma di creare uno scolmatore che si faccia carico delle eventuali portate in eccesso. Occorre coinvolgere la Regione e il Genio civile e valutare che fare: gallerie, pompe, aumento della sezione di deflusso? Bisogna però stare attenti perché lì c’è una frana recente». —
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