Esondazione del rio Socrepes Indagati due funzionari
A dover rispondere di disastro colposo per l'esondazione del rio di Socrepes sono il dirigente provinciale dei servizi forestali regionali, Pierantonio Zanchetta, e il progettista dell’opera di messa in sicurezza del torrente, Lorenzo Bertoldi
CORTINA.
Quell’esondazione, che per poco non si trasformò in tragedia, forse non è stata una mera casualità. A due anni dallo straripamento del Rio, nei pressi di Socrepes, la vicenda è arrivata nell’aula udienze preliminari del palazzo di giustizia. Per la Procura della Repubblica di Belluno ci sarebbero delle responsabilità precise.
A dover rispondere di disastro colposo sono il dirigente provinciale dei servizi forestali regionali, Pierantonio Zanchetta, e il progettista dell’opera di messa in sicurezza del torrente, Lorenzo Bertoldi.
La contestazione riguarda i lavori realizzati dai Servizi forestali un anno prima, nel 2007, lavori effettuati all’imbocco del rio, a monte degli abitati di Val di Sotto e di Crignes, dove il 6 agosto di due anni fa un fiume di acqua e fango investì cantine, garage e taverne.
Tutto materiale che anziché scorrere nell’alveo naturale prese altre strade, andando a coinvolgere diverse abitazioni.
Ad avere la peggio fu la casa della famiglia Menardi, per la quale l’amministrazione comunale di Cortina trovò e mise a disposizione un alloggio di fortuna.
E proprio loro - accanto ad altri cortinesi, cinque in tutto - sono parti offese nel procedimento iniziato ieri mattina al terzo piano del palazzo di giustizia di Belluno. Ad assisterli legalmente, tra gli altri, l’avvocato bellunese Pierangelo Conte. Nell’udienza di ieri mattina comunque nessuno si è costituito parte civile.
Davanti al giudice dell’udienza preliminare Giorgio Cozzarini la difesa di Zanchetta ha depositato dei documenti sulla vicenda.
Da qui il rinvio al prossimo 18 novembre quando si dovrà decidere sui rinvii a giudizio dei due indagati, attualmente difesi dagli avvocati Silvia Dolif e Anna Casciarri. I due dovranno provare che si è trattato di caso fortuito e che nei lavori di modifica apportati al rio si fosse utilizzata tutta la prudenza e la perizia del caso.
E un procedimento parallelo - ma sul fronte civilistico - si sta tenendo davanti al tribunale delle acque pubbliche. In questo caso citati a giudizio sono anche la Regione, Veneto Strade e l’Ista, la società degli impianti di risalita. A Socrepes e dintorni, questo il principio, più soggetti non avrebbero tenuto in considerazione il dissesto idro-geologico dell’area.
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