Esponente del M5S contesta la Fornero prima del dibattito

PIEVE DI CADORE. «Non sono una tuttologa, come i politici di oggi che intervengono su tutto, dalle pensioni ai vaccini. Io ho fatto il ministro in condizioni particolarmente difficili e non rinnego nulla. Si poteva fare meglio? Certo, ma è facile parlare dopo, senza la pressione che avevamo addosso in quell’estate del 2011».

Elsa Fornero, ex ministro del lavoro del Governo Monti, non ha perso la sua calma nemmeno all’inizio dell’incontro, voluto nella sala della Magnifica dal sindaco di Domegge Lino Paolo Fedon, quando è stata duramente attaccata da Matteo Gracis, esponente del Movimento 5 Stelle ed editore del portale NuovoCadore.

Con grande calma, la Fornero ha invitato l’interlocutore al dialogo; ma Gracis se ne è andato, non prima di avere detto che avere invitato l’ex ministro a Pieve era una vergogna per il Cadore.

«Perché va via? Potremmo dialogare», ha detto la professoressa cercando un confronto col contestatore.

«Io la storia degli esodati la conosco bene, il suo lavoro è stato disastroso. Si goda il suo pubblico», ha gridato invece Gracis prima di andarsene.

Chiuso l’incidente, il pubblico presente ha avuto modo così di ascoltare una pacata riflessione sull’esperienza del governo dei tecnici. «Loro (riferita a Gracis, ndr) non hanno alcun interesse a dialogare», ha detto la Fornero, «io invece mi impegno molto nel dialogo civile. Sono contenta di poter parlare con voi, anche se mi accusate di avere fatto cose sbagliate; ma un altro conto è lanciare accuse e poi sparire, questa a casa mia si chiama vigliaccheria». Poi ha ricordato quell’estate del 2011, la difficoltà a far acquistare i titoli di Stato, col rischio quindi di non poter pagare gli stipendi agli statali. «C’era una grande incertezza ed il rischio dell’arrivo della troika». Fornero ha ricordato le sue due riforme, quella del lavoro e quella delle pensioni, «legate in maniera chiara, perché lavoro e pensione sono due facce della stessa medaglia». Ed oggi: «La quota 100 è insostenibile; la mia riforma pensionistica non è stata annullata ma solo sospesa, perché le risorse non piovono dal cielo; sugli esodati siamo intervenuti, ma a me avevano dati numeri sbagliati; ho rinunciato alla pensione da Ministro per quella di professore universitario che è la metà; non mi candiderò alle elezioni». Ed ancora: «Dopo il 26 maggio mi auguro che i sovranisti e populisti non vincano in Europa, perché lo scenario sarebbe molto preoccupante soprattutto per i giovani». —

S.V.

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