Esposto contro lo svuotamento del lago Centro Cadore

Centro Cadore. Gli otto Comuni dell’Unione Montana si sono affidati a un legale per il riconoscimento del danno ambientale

CENTRO CADORE. I sindaci lo avevano annunciato da tempo. E quella che prima era una ferma intenzione ora è diventata realtà. Ieri mattina alle 9.30, infatti, l’avvocato Rocco Bianco ha depositato in Tribunale a Belluno, alla Procura della Repubblica, un esposto contro la procedura di svuotamento del lago del Centro Cadore e contro il provvedimento che attiva la funzione di invaso di piena.

Un’azione, questa volta per vie legali, che vede uniti gli otto Comuni dell’Unione Montana del Centro Cadore (Perarolo, Pieve, Calalzo, Domegge, Auronzo, Lorenzago, Lozzo, Vigo), i cui sindaci si erano già affidati diversi mesi fa a Bianco, patrocinante in Cassazione e con studio a Pieve di Cadore. L’esposto-denunzia (questa la dicitura che si legge nel documento ufficiale) è stato presentato affinché sia avviato un doveroso controllo, dal punto di vista della legalità, a fronte dell’evidente depauperamento paesaggistico nel quale da anni versa il lago del Centro Cadore, il cui livello dell’acqua, dopo lo svuotamento, cala ogni estate di quasi 20 metri. Con conseguenti danni non solo ad ambiente e paesaggio e alla loro amenità, «ma anche all’identità culturale della località e alla sua dignità, oltre che all’immagine turistica e al correlato patrimonio, anche economico», fa presente Luca De Carlo, presidente dell’Unione Montana del Centro Cadore (ente che sostiene le spese legali) e sindaco del Comune di Calalzo.

«Abbiamo fatto ricorso a questa “extrema ratio” dopo che tutte le altre azioni finora intraprese, purtroppo, non hanno portato risultati». In questi anni, infatti, le amministrazioni le hanno provate tutte. Solo per fare alcuni esempi, avviando campagne informative e commissionando studi in cui erano dimostrati gli effetti negativi della procedura di svuotamento. Non a caso, all’esposto l’avvocato Bianco ha allegato oltre una ventina di documenti, che contengono la storia di tutte le battaglie portate avanti negli anni: verbali di commissioni, relazioni dell’università, dossier dei cartacei inviati alla Regione Veneto. In sostanza, un quadro completo ed esaustivo della situazione.

«Fino a questo momento la politica ha fallito, insieme a tutti i canali utilizzati», continua De Carlo. «Per questo la nostra unica speranza è vederci riconosciuto un grave danno ambientale che è sotto gli occhi di tutti, residenti e turisti. E che ci viene di continuo segnalato. Con l’esposto chiediamo se ciò che sta accadendo da anni al lago del Centro Cadore sia legale o meno». Insomma, con questa azione l’Unione Montana non procede nei confronti di nessuno e non intende attribuire colpe o cercare un capro espiatorio, ma segnalare una forte situazione di degrado. E porvi fine.

«Le responsabilità di questo degrado verranno accertate in un secondo momento», dice ancora De Carlo. «Intanto, come sindaci, ci sentiamo responsabili del nostro territorio e ci chiediamo, insieme a residenti e turisti, se l’evidente depauperamento sia legale. La situazione non è più tollerabile. Tra l’altro, di recente è stato introdotto il reato ambientale, con la connessa responsabilità amministrativa degli enti, in relazione al caso Ilva», ricorda De Carlo. «Visto che la giurisprudenza si è mossa in questo senso, non escludiamo che una simile ipotesi di reato possa essere applicata anche al lago del Centro Cadore».

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