Esposto dell’Ail all’Inps «Non ci fermeremo»
belluno
«Non molleremo. La nostra intenzione è di continuare sulla strada tracciata finora, sempre in difesa dei diritti dei malati».
L’avvocato Gianna Chemello, in rappresentanza della presidente della sezione provinciale dell’Associazione italiana contro le leucemie, mielomi e linfomi, Carmen Mione, fa il punto della situazione dopo l’esposto presentato contro la responsabile incaricata della Direzione del Centro medico legale dell’Inps provinciale «per il comportamento tenuto in occasione di alcune visite di pazienti gravi, sofferenti e debilitati».
Nell’esposto, presentato ad aprile, si parla di pazienti che si sono sentiti «dileggiati» e trattati con «atteggiamenti prepotenti», le loro problematiche sanitarie spesso «banalizzate». Nel documento, curato dagli avvocati del foro di Venezia, Chemello e dalla collega Eleonora Folin si chiede che vengano «svolti accertamenti in merito a quanto descritto e assunte le misure a difesa di pazienti». «Dopo tutte le promesse che ci sono state fatte a più livelli», fa il punto il legale, «notiamo che la persona contro cui abbiamo presentato l’esposto sta operando tranquillamente e da quanto ci riferiscono i pazienti si starebbe comportando come prima. Quindi nulla è cambiato. E a noi questa situazione non sta bene».
L’Ail e i suoi legali non si demoralizzano e continuano la loro azione per salvaguardare i diritti dei pazienti. «Nel corso di un incontro svoltosi in primavera, i vertici provinciali dell’Inps ci avevano riferito di essere a conoscenza del problema e che lo avrebbero risolto coinvolgendo i loro superiori. La signora Mione è andata anche a Roma, su richiesta dell’Inps nazionale, e in quella occasione le è stato detto che esiste un protocollo applicato nell’Italia del Nord per cui i pazienti oncologici non devono sottostare alle visite dell’Istituto di previdenza. È necessario soltanto il certificato del medico di famiglia e dello specialista. Ma da quanto sappiamo», prosegue Chemello, «di fatto questo protocollo non è applicato in Veneto. Non sappiamo neppure come siano andate le varie commissioni istituite, in seguito all’esposto, dall’Ordine dei medici e dall’Inps».
Intanto, però, le storie di persone che si sono sentite trattare in modo inadeguato dalla dottoressa stanno continuando ad arrivare all’attenzione dei legali dell’Ail. «Purtroppo stiamo ricevendo segnalazioni da parte di alcuni malati che si dicono intenzionati a non ripresentarsi più alle visite dell’Inps per non subire questi trattamenti poco opportuni», riferisce l’avvocato Chemello, che sta continuando a raccogliere le storie dei bellunesi che hanno avuto dei problemi con la responsabile della commissione Inps.
«A questo punto», conclude l’avvocato dell’Ail, «noi non ci fermeremo. Vogliamo una risposta, i malati sono persone fragili che devono essere tutelate». —
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