Evasore totale, arredatore denunciato
BELLUNO. Un arredatore evasore totale. La Guardia di finanza di Belluno ha scoperto un’evasione di tasse per 620 mila euro e di Iva non pagata per 110 mila. Tutto era partito da una verifica fiscale nei confronti di un imprenditore bellunese sulla cinquantina, operante nel settore degli arredi, sia per i negozi che per i privati: da anni aveva chiuso formalmente la propria attività in Italia, aprendone una nuova a Lienz, in Austria. Niente di strano, se non fosse che l’operazione serviva soltanto a mascherare i suoi redditi. In realtà, la sede della sua attività continuava a essere in Italia, dove era concentrata anche la maggior parte del suo lavoro, ma le fatture venivano emesse a nome di questa fantomatica società austriaca.
In Austria, il regime fiscale è meno severo di quello italiano e si poteva immaginare che tutto fosse stato organizzato per pagare un importo inferiore di tasse, rispetto a quello dovuto in Italia. Le fiamme gialle si sono insospettite durante un’analisi delle banche dati, dalla quale risultava che questa azienda in teoria austriaca e gestita da un imprenditore bellunese era molto attiva sul territorio nazionale, grazie anche a un lavoro di marketing particolarmente accurato e coinvolgente. Già il sito internet era davvero accattivante e, sfogliando le pagine, si poteva scoprire tutta una serie di lavori realizzati per clienti molto prestigiosi. In molti devono essersi fatti convincere, considerato il volume d’affari.
È scattata una verifica fiscale e, nella casa bellunese dell’imprenditore, sono stati acquisiti documenti molto importanti per la ricostruzione dell’intera vicenda. Soprattutto la contabilità di questa società austriaca, che nemmeno esisteva. La seconda mossa è stata quella di chiedere un controllo incrociato alle autorità austriache, tramite il Comando generale. Questo ulteriore esame ha permesso di capire che la famosa società oltre le Alpi era inattiva, di conseguenza non aveva mai presentato una dichiarazione dei redditi. Non c’era nemmeno una vera sede, semmai un semplice recapito in uno studio di commercialisti di Lienz.
Ciò che è stato scoperto dalla Finanza è un caso di quella che tecnicamente si chiama esterovestizione: la fittizia localizzazione all'estero della residenza fiscale di una società che, al contrario di quanto potrebbe sembrare, ha di fatto la sua attività e persegue il suo oggetto sociale in patria. Lo scopo principale di questa localizzazione, solitamente in un paese con un regime fiscale più vantaggioso di quello nazionale, è quella di fare in modo che gli utili siano sottoposti ad una minore tassazione. Conseguente un guadagno superiore.
I conti hanno permesso di arrivare a un’evasione fiscale pari a 620 mila euro e a un mancato versamento dell’imposta sul valore aggiunto allo Stato per 110 mila. L’uomo è stato denunciato alla procura della Repubblica per l’ipotesi di reato di omessa dichiarazione.
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