Ex Bardin, il cantiere non riparte
BELLUNO. Un cantiere accantonato. Causa concordato preventivo della Acanto srl. Le due gru piantate nell'area ex Bardin di via Lungardo stanno ormai diventando dei monumenti. Sono mesi che non si muove un mattone, in quello che doveva diventare un centro commerciale, direzionale e residenziale, con allegato spazio verde, tra Borgo Prà e l'Anta. La fine dei lavori era stata fissata per il 18 giugno 2014, più o meno un anno dopo la prima picconata, ma è ancora quasi tutto da fare e chissà se e quando i lavori riprenderanno.
La Rivale scavi di Santa Maria di Sala ha demolito i capannoni dello stabilimento, tranne quello adibito a deposito degli attrezzi e l'altra impresa veneziana Paolo e Roberto Talato ha cominciato a costruire quello che dovrebbe diventare un supermercato della catena di discount Eurospin. Nel frattempo, il concorrente Billa è diventato Conad, dopo la rotatoria. Il problema sta nel fatto che la committente dei lavori Acanto srl di Novellara aveva 16 milioni e mezzo di euro di debito e il tribunale di Reggio Emilia l'ha ammessa al concordato preventivo. Una procedura, alla quale può ricorrere chi si trova in uno stato di crisi o di insolvenza, per tentare un risanamento anche attraverso la continuazione dell'attività ed eventualmente la cessione dell'attività a un altro soggetto oppure per liquidare il proprio patrimonio e mettere il ricavato al servizio della soddisfazione dei crediti. Tutto per evitare il fallimento. La superficie interessata è di 13 mila 500 metri quadri e il costo di 2 milioni e 500 mila euro.
L'affare è tra privati, dopo che il Comune di Belluno ha rilasciato la concessione edilizia, ma a Palazzo Rosso seguivano con interesse la possibile rinascita di un'area dismessa da anni: «Non possiamo fare niente», ammette Emiliano Casagrande, il consigliere comunale che si occupa di urbanistica, «perché fra l’altro ci sono cinque anni di tempo per la realizzazione di questo complesso e ne sono passati due. Purtroppo non ci rimane che aspettare questa scadenza».
Ci sarebbe una fidejussione, come garanzia, «ma questi soldi non si possono toccare per lo stesso periodo. Chissà che il cantiere riparta, ma non abbiamo certezze». (g.s.)
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