Ex fienile a Vallada, deserto anche il secondo bando

Si teme per il destino di un investimento da 760 mila euro. Il Comune ha deciso di procedere andando a trattativa privata 

VALLADA

Anche il secondo bando per la gestione del bar-ristorante nell’ex fienile va deserto. Ora il Comune di Vallada spera nella trattativa privata per non buttare al vento 760 mila euro. È una vicenda che interroga quella che riguarda la struttura a Sachet di Vallada che l’amministrazione comunale, guidata dal sindaco Fabio Luchetta, ha prima acquistato, quindi trasformato da fienile in bar-ristorante con l’obiettivo, più volte esplicitato, di dare al paese un servizio e un punto di aggregazione che al momento manca e alla gente del posto un’occasione di impiego.

Il primo bando per l’affidamento della gestione (12 mila euro l’anno di affitto a base d’asta per sei anni, per il primo costo dimezzato) era scaduto il 22 maggio scorso ed era andato deserto. Non un bel segnale, ma il sindaco aveva manifestato ottimismo per il futuro e aveva deciso di ripresentare un bando aperto a tutti (al primo erano stati invitati solo una decina di soggetti che avevano precedentemente mostrato interesse) che desse il tempo a chi eventualmente lo avesse vinto di organizzarsi al meglio in vista della stagione invernale. Uno dei motivi che si era ipotizzato potessero essere stati alla base del fallimento del primo era proprio la fretta del Comune di affidare la gestione per l’estate. Ma i fatti hanno detto che evidentemente le ragioni del mancato interesse sono altre.

Il secondo bando è infatti scaduto il 3 agosto, ma anche in questo caso le domande arrivate sul tavolo dell’ufficio tecnico valladese sono state zero. «Di gente interessata e con alle spalle una buona esperienza nel settore ristorativo ne è arrivata, sia residente in zona che proveniente da fuori – dice il tecnico – io stesso l’ho accompagnata a vedere la struttura che è piaciuta molto, ma poi le offerte concrete non sono arrivate». Eppure i tre locali con scala di collegamento interna, una sessantina di posti a sedere, un’area esterna per il parco giochi e il mantenimento delle caratteristiche dell’architettura rurale di un tempo rappresentavano elementi che, secondo l’amministrazione comunale, avrebbero dovuto fungere da richiamo. Tra acquisto delle aree limitrofe e dello stabile e trasformazione dello stesso in bar-ristorante arredato sono stati spesi 760 mila euro derivanti dal bando dei Seimila campanili.

Perché questo importante investimento non vada in fumo ( “la struttura vale un milione di euro”, aveva detto il sindaco), il Comune ha deciso di tentare una nuova strada: nei prossimi giorni sarà pubblicato un invito a presentare un’offerta sulla base della quale intavolare poi una trattativa privata con l’ente. Sarà dunque la prova del nove per capire se il problema era rappresentato dall’entità del canone di affitto o dalla scarsa propensione all’imprenditoria che negli ultimi tempi si registra nella vallata agordina. –

Argomenti:fondi

Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi