Ex Form, venerdì sciopero e presidio in Prefettura
QUERO VAS. Sciopero di otto ore, dopodomani, in tutti gli stabilimenti del gruppo Albertini con fermata di tutte le attività e, per quanto riguarda la sede di Quero, lavoratori in presidio davanti alla prefettura.
Cresce la preoccupazione tra i dipendenti dello stabilimento bellunese che ieri, al termine delle assemblee sindacali indette da Fiom Cgil e Fim Cisl, hanno deciso di lanciare un segnale forte sia alla società che alla politica locale e nazionale, portando “in piazza” i propri malumori. Venerdì, infatti, è prevista l’interruzione delle attività lavorative nello stabilimento di Quero con manifestazione a Belluno dalle 9 alle 12, a cui seguirà un incontro con il prefetto. La decisione, seppur sofferta, è stata dettata dalle condizioni “incerte” in cui sono costretti a vivere da diversi mesi i dipendenti.
«Molti sono i problemi», precisa Paolo Agnolazza della Fim Cisl di Belluno Treviso. «Primo fra tutti, perché la questione è emersa di recente, vi sono le tensioni finanziarie. I lavoratori non hanno ancora ricevuto lo stipendio di febbraio previsto per il 10 marzo. La proprietà ha fatto sapere che pagherà entro la fine della settimana, ma avevamo suggerito di dare un acconto alla scadenza naturale del 10 marzo, per poi saldare a distanza di una settimana».
Ma si stanno evidenziando anche altre difficoltà da parte dell’azienda soprattutto per quanto riguarda i pagamenti dei fornitori e i rifornimenti di materia prima. «E queste situazioni, unite al calo della produzione e al fatto che l’azienda non sta rispondendo alle sollecitazioni del ministero dello Sviluppo economico che cerca un incontro, e nemmeno alle nostre richieste di confronto, non fanno che accrescere il timore tra i lavoratori», continua Agnolazza che aggiunge: «A questo punto era necessario lanciare un segnale forte con l’iniziativa di venerdì per sensibilizzare l’opinione pubblica e anche il governo tramite il prefetto».
«Anche perché», prosegue il sindacalista, «l’unica cosa che continua a chiederci il gruppo Albertini è l’ampliamento dell’utilizzo della cassa integrazione che ci scadrà a settembre e che hanno già chiesto di poter rinnovare, senza però presentare un piano di rilancio dello stabilimento». Anzi, si parla ancora di ridurre l’occupazione. «Se si arriva a settembre con queste produzioni e senza cassa integrazione, è chiaro che di lavoro non ce ne sarà per tutti. Ecco perché è necessario muoverci per tempo per chiedere un maggior impegno da parte del gruppo per far ripartire questo stabilimento».
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