Ex hotel Posta, si punta alla riconversione sociale
CESIOMAGGIORE. Un futuro all'insegna della riqualificazione edilizia a fini sociali, è quello che si prospetta per l'albergo Posta, alle porte di Cesiomaggiore e ormai dismesso dalle funzioni originarie da almeno dieci anni. «Ci sono tre ipotesi per riconvertire la struttura, al vaglio del gruppo di maggioranza che sta per completare il mandato. E fra le ipotesi, ci sono anche l'acquisto del complesso di proprietà privata e i necessari adeguamenti che impone la normativa per l'agibilità dello stesso». È quanto puntualizza il sindaco Michele Balen che intanto mette le mani avanti, in forza di un diritto di prelazione sulla eventuale vendita dell'albergo, e lo “blinda” da eventuali requisizioni da parte dello Stato per alloggiare i profughi delle continue ondate.
Non nasconde, il sindaco, che l'interesse per l'albergo, da parte di consorzi e cooperative che si occupano di accoglienza e inserimento dei migranti, sia sempre alto. Ma non sottace la manifestazione di interesse da parte del Comune per dare allo stabile una valenza sociale con una parziale riconversione in alloggi protetti o miniappartamenti per persone meno abbienti o ancora in alloggi di pronto soccorso sociale che a Cesio mancano. Non si sbottona sulle «tre ipotesi al vaglio del gruppo maggioritario», il primo cittadino. Ma conferma che «ci sono stati due sopralluoghi con l'azienda municipalizzata servizi alla persona di Feltre», che «le risorse in capo al Comune ci sono». E che, infine, «non si esclude l'ipotesi dell'acquisto».
Su come la pensa Balen circa l'inserimento di migranti nel territorio cesiolino, non ci sono più segreti. Ma il sindaco, ancora una volta, evidenzia alcuni aspetti che renderebbero incompatibile questa operazione, nonostante i tentativi di mediazione della prefettura indirizzati a tutti i comuni della provincia. «La conformazione del territorio cesiolino è troppo policentrica per l'inserimento di queste persone. Men che mai è possibile collocarle in un albergo che è da rivoltare da sotto in su per gli adeguamenti, primo fra tutti quello tecnologico e dell'impiantistica. E poi, l'albergo Posta è a due passi dalle scuole elementari e dalle medie, a due passi dalla banca. Senza voler fare il processo alle intenzioni, manca solo che si possano inscenare proteste o qualche altro atto di disordine pubblico, e si blocca anche lo snodo viario della rotatoria centrale in direzione Santa Giustina e Belluno. Questo per dire che l'insieme di strutture costituisce un sito sensibile. Quello che posso anticipare è che il Comune avrebbe interesse ad acquisire la struttura per una possibile riconversione che possa andare a beneficio della nostra comunità e dei bisogni sociali crescenti che essa esprime».
Laura Milano
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