Ex scuola di Modolo, al via il primo stralcio
BELLUNO. Il tempo di allestire il cantiere e il primo stralcio dei lavori all’ex scuola di Modolo, nel Castionese, potrà prendere avvio. Nei giorni scorsi la ditta che si è aggiudicata l’appalto alla fine di ottobre, la Mazzon Costruzioni Generali srl di Riese Pio X, ha iniziato a portare gru e materiale per le impalcature nel cortile dell’edificio, chiuso ormai da un paio di decenni e uno degli 11 plessi del Comune capoluogo realizzati dal sindaco Zanon più di cento anni fa.
Del recupero dell’ex scuola, trasferita in comodato d’uso dal Comune all’Unione Montana Bellunese, si parla da tempo, anche perché si tratta di un edificio dall’alto valore storico e architettonico. «Ora il primo passo sarà la messa in sicurezza del cantiere», fa presente Orlando Dal Farra, presidente dell’Unione. «La gru deve essere collaudata e si procederà quindi alla posa delle impalcature, con la conseguente stesura dei teli che costituiranno la copertura provvisoria dello stabile. Un’operazione che non era possibile eseguire in sicurezza con la cesta e che finalmente ora sarà realizzata. Un’opera preventiva e di riparazione indispensabile». Questi interventi, condizioni meteorologiche permettendo, saranno effettuati già una volta passato il Natale. Poi per il rifacimento del tetto, opera prioritaria per salvaguardare lo stabile, soprattutto in caso di eventi di maltempo, sono calendarizzati 90 giorni. Si prevedono la rimozione del manto attuale e delle tavelle in laterizio sottostanti, il restauro degli elementi lignei portanti, interventi strutturali, posa di nuovi coppi e nuove lattonerie, la realizzazione di un dispositivo anticaduta (linea vita).
Per il rifacimento del tetto l’Unione Montana aveva già approvato in data 29 settembre una variazione di bilancio da 190 mila euro. Questo stralcio è solo il primo di ulteriori fasi che mirano a recuperare l’edificio, costruito tra il 1907 e il 1913 e adibito a scuola elementare fino alla seconda metà degli anni Ottanta. Negli ultimi anni è stato utilizzato in modo precario da alcune associazioni del Castionese ed è da parecchio che si parla di un suo recupero. Le potenzialità sono infatti molte. «Basti pensare», ricorda Dal Farra, «che l’edificio era stato costruito più di un secolo fa seguendo tutti i criteri antisismici, con lungimiranza e secondo i vincoli della Soprintendenza». Anche la superficie è ampia: attorno ai 500-600 metri quadrati.
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