Ex stazione della funivia parte il ricorso al Tar

Contestata la delibera del commissario sullo spostamento dei volumi edificatori A Grava di Sopra sorgerebbero due edifici, uno ricettivo e l’altro residenziale

CORTINA. Un gruppo di cittadini ha presentato ricorso al Tar contro una decisione dell’ex commissario straordinario De Rogatis assunta il 9 giugno 2017 (ultimo giorno utile prima di lasciare il suo incarico). Tale decisione, secondo i ricorrenti, rischia di stravolgere la pianificazione urbanistica attuale. Aprendo la strada a numerose richieste da parte di compratori di edifici dismessi da recuperare (quali ad esempio le ex stazioni di impianti a fune), i quali potrebbero chiedere lo spostamento dei volumi dismessi in aree adibite a prato nell’attuale Prg.

Il ricorso al Tar chiede l’annullamento della deliberazione 40 relativa all’istanza della F.lli Alverà srl e Logan srl per lo spostamento dell’edificio dismesso dell’ex stazione di arrivo della funivia Cortina-Pocol, in località Pocol, su un terreno in località Grava di Sopra, ove poter costruire due edifici, uno ricettivo, e uno residenziale.

Il recupero dell’ex stazione di arrivo della funivia Pocol è nato come Piruea nel 2004, assieme ad altri otto edifici: l’ex Kinderheim Ca’dei Nani, Hotel Cavallino, Hotel Girardi, Hotel Flora, Pensione Villa Alessandra, Pensione Marmarole, l’Hotel Tiziano, e la stazione di partenza della funivia Cortina-Pocol. I Piruea sono dei piani integrati di recupero urbanistico, edilizio e ambientale che si concretizzano nella possibilità di recuperare, cambiandone la destinazione d’uso originaria, degli edifici dismessi in zone considerate degradate, caratterizzati da un’equa ripartizione tra soggetto pubblico e privato dei benefici.

I criteri iniziali per l’attuazione dei Piruea, approvati nel dicembre 2004 dal consiglio comunale, erano stati stabiliti nella cessione di almeno il 10% della superficie commerciale o residenziale, ovvero l’attribuzione al Comune del maggiore importo tra il 35 e il 50% dell’utile. Criteri che sono poi stati aumentati nel febbraio del 2009, innalzando il beneficio pubblico a una quota pari o superiore al 60% dell’utile ricavato dall’operazione.

La delibera 40 cambia, però, completamente le carte in tavola: si dà la possibilità ai compratori dell’ex stazione di arrivo di lasciare l’area oggetto del piano di recupero al Comune: questo riceverà un importo di 200 mila euro da convertire in opere pubbliche, pari a un utile del maggior valore del 55% in base alle stime dei privati, mentre F. lli Alverà srl e Logan srl otterranno la possibilità di costruire due fabbricati a Grava di Sopra, uno ricettivo con foresteria di 1800 metri cubi, e uno residenziale di 700 metri cubi.

La delibera è integrata con il parere favorevole sulla regolarità tecnica della proposta da parte del responsabile del servizio Urbanistica e Lavori pubblici Stefano Zardini Lacedelli e della regolarità contabile del responsabile del servizio Economico e Finanziario Augusto Pais Becher.

Pareri che vengono contestati dai ricorrenti al Tar. I ricorrenti segnalano, infatti, degli errori nelle misure eseguite dalla parte privata riguardo alle superfici edificabili riportate nell’istanza e nella delibera, che sarebbero non di 2500 metri cubi, bensì 1800. Si contesta inoltre la posizione privilegiata di belvedere sulla conca: l’ex stazione di arrivo è in una posizione arretrata, mentre la fascia di terreno di belvedere risulta essere di proprietà delle Regole, e il valore quindi cambia rispetto a quello dichiarato nell’istanza.

Verrebbe così a mancare il principio del beneficio pubblico: in cambio di soli 200 mila euro, il Comune acquisirebbe un’area che sarebbe un costo per la comunità, senza un riflesso positivo.

Nel ricorso si contesta anche la destinazione urbanistica inserita nella delibera, che non è residenziale o ricettiva, ma, come previsto nella scheda del Prg, di “Attrezzature e servizi”. La costruzione dei due edifici a Grava inoltre non rientrerebbe nella pianificazione urbanistica contenuta nel Prg che non permette l’edificazione di edifici per motivi precisi e non derogabili.

Il Tar dovrà valutare le osservazioni presentate nel ricorso e il Comune dovrà ora decidere il da farsi: la giunta ha intanto impegnato 9 mila euro per l’affidamento dell’incarico all’avvocato Enrico Gaz di Feltre, autorizzando il sindaco Ghedina a resistere in giudizio contro il ricorso. Ma potrebbe anche decidere di annullare la delibera in autotutela, per evitare altri casi simili, che sarebbero oggetto di ulteriori contenziosi. Una decisione ancora da prendere.

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