Export, a Belluno occhialeria in flessione del 6,6%
I dati dell’interscambio con l’estero nei primi nove mesi dell’anno 2024
«I dati ai primi nove mesi del commercio con l’estero nazionale, regionale e provinciale, diffusi dall’Istat confermano le tendenze già osservate nel monitoraggio ai sei mesi» dice Mario Pozza, presidente della Camera di Commercio di Treviso - Belluno Dolomiti, «Rispetto a gennaio-settembre 2023 le esportazioni sono in calo nel Bellunese del -6,6%. Una flessione riconducibile principalmente alla diminuzione dell’export di occhialeria verso il mercato statunitense, forse anche per riorganizzazioni della filiera che possono incidere sui flussi estero su estero. Ma il segno negativo si osserva anche per l’export di macchinari, di prodotti del tessile e abbigliamento e della metallurgia. Tiene, invece, l’export di prodotti di elettronica/apparecchi medicali, terza voce dell’export provinciale di Belluno».
I dati export – sottolinea Pozza – confermano la debolezza degli scambi soprattutto all’interno dell’Unione Europea: oltre alla Germania continuiamo ad osservare un segno negativo anche verso la Francia, altro nostro importante partner economico per Belluno.
Rimettere al centro il mercato comunitario, e le economie territoriali, deve essere una delle priorità nell’agenda della politica europea: «Questo passa, come auspicato anche da Draghi, soprattutto attraverso una visione di lungo periodo che ponga al centro gli investimenti mirati al sostegno dell’innovazione nelle imprese, anche medio-piccole. Investire in nuove tecnologie, vuole dire sostenere la competitività e, per conseguenza, anche mantenere e favorire l’occupazione soprattutto di profili professionali più qualificati», dice Pozza.
«Ma sostegno negli investimenti significa anche rafforzare il presidio di settori determinanti per lo sviluppo europeo: come ad esempio la filiera dell’energia. Ma, ripeto, serve una politica economica europea di ampio respiro e coesa per portare avanti tutto questo».
«Rimettere al centro lo sviluppo economico e l’innovazione nell’Unione Europea» conclude il presidente, «significa anche poter affrontare in modo più solido i nuovi equilibri geoeconomici in corso di definizione e una diversa matrice di rischi ed opportunità. Come, ad esempio il possibile rischio dazi, per ora solo ipotizzato dalla nuova amministrazione statunitense, che potrebbe condizionare le relazioni commerciali con le nostre imprese. Ricordo che gli Usa sono il principale partner economico, al di fuori dell’Unione Europea», conclude Pozza, «L’export verso questo mercato, su base annua, vale 1,2 miliardi per Belluno, occhialeria soprattutto. Per questi valori in gioco mi auguro che prevalga l’appeal che i nostri prodotti hanno sul mercato Usa, e che questo appeal porti a non adottare politiche commerciali restrittive, che peraltro impatterebbero anche sull’inflazione americana, che Trump si è impegnato a combattere».
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