Export, l’occhialeria con la freccia all’insù
BELLUNO. Rispetto allo stesso periodo del 2013, cresce di 72,5 milioni di euro l’export per il distretto dell’occhialeria. I dati di Monitor di Intesa SanPaolo, relativamente all’attività di esportazione dei distretti triveneti nel secondo trimestre dell’anno in corso, sono incoraggianti: da quanto emerge dallo studio, i comparti veneti sono quelli trainanti (+5.5%), secondi soltanto alle aree del Piemonte e dell’Emilia Romagna.
Se si guarda al territorio veneto, è salito a 16 il numero dei distretti in crescita sui mercati esteri, mentre è sceso a sette quello dei distretti che hanno chiuso in calo il trimestre (cinque di questi sono legati al sistema casa).
Spicca, quindi, per intensità e le dimensioni della crescita, l’occhialeria bellunese, che nel periodo in esame ha toccato il suo nuovo massimo storico, a quota 689,4 milioni di euro. Dati che coincidono con quelli resi noti soltanto qualche settimana fa da Anfao relativamente, però, al primo semestre 2014: in questo periodo l’export ha registrato 1.635 milioni di euro contro i 1.481 milioni dello stesso periodo del 2013. In Italia solo il distretto della pelletteria e delle calzature di Firenze ha fatto leggermente meglio.
Un dato che va considerato anche alla luce del rallentamento sui nuovi mercati a causa della crisi russa-ucraina e degli arretramenti subiti in Iran. L’export verso i nuovi mercati ha comunque continuato a crescere grazie ai brillanti risultati conseguiti sul mercato cinese (Hong Kong e Cina insieme). E parlando di occhialeria, l’altro ieri a Padova si è svolto un incontro tra le parti sociali e i vertici di Safilo dopo l’uscita anticipata di Gucci. «Ci hanno garantito», precisa Mario Siviero della Femca Cisl Veneto, «che presto ci daranno un piano dettagliato sul futuro di Safilo per poter realizzare marchi interni lasciando così meno margine di influenza alle licenze».
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