Fa il Pap test l’anno scorso non ha ancora i risultati

AGORDINO. Da cinque mesi attende l’esito di un pap test.
Quarantanovenne agordina vittima di un disservizio della sanità si chiede: «Che fine hanno fatto i miei esami ? Sono in ansia, dove sono finite le mie analisi?»
Questa la domanda che assilla i pensieri della donna agordina che da ben cinque mesi sta attendendo dalla Usl gli esiti di un semplice pap test.
Un tempo infinito ed inspiegabile, visto che normalmente basta un mese, al massimo un mese e mezzo per avere la risposta. Un esame particolarmente importante il pap test che permette di individuare precocemente tumori del collo dell'utero o alterazioni che col passare degli anni potrebbero diventarlo.
Per questo è consigliato eseguirlo ogni tre anni, da tutte le donne dopo l'inizio dell'attività sessuale o comunque a partire dai 25 anni di età.
Lo screening viene svolto con regolarità presso le Usl le quali inviano direttamente a casa una lettera a tutte le donne dai 25 ai 64 anni con l’invito a rivolgersi presso le strutture attrezzate.
Così ha fatto la 49enne agordina (che chiameremo Carla), lo scorso 24 novembre, quando si è recata dal suo ginecologo di fiducia per sottoporsi allo screening. L’esame dura pochi minuti: il medico preleva con una piccola spatola alcune cellule del collo dell'utero, che vengono poi strisciate su un vetrino, il quale a sua volta viene inviato al laboratorio di citologia della Usl per essere esaminato. Se non risulta alcuna alterazione la donna riceve la comunicazione del risultato per lettera. Se con il pap test si evidenziano invece delle alterazioni cellulari, la paziente viene contattata telefonicamente per eseguire ulteriori approfondimenti gratuiti, come la ripetizione del test o la colposcopia.
Fatto l’esame Carla si arma di pazienza. «La mia dottoressa mi disse che l’esito sarebbe arrivato non prima di Natale» racconta. Ma, passate le feste, dell’esame non si sa ancora niente e così verso metà gennaio la donna contatta la sua dottoressa che le risponde: «Mi informo».
«In seguito ho chiamato altre due volte» continua Carla. «Una volta il medico mi ha risposto che non sa capacitarsi di questo ritardo e che al massimo dovrò rifare il pap test». La seconda volta che «probabilmente il ritardo è dovuto a dei cambiamenti che la Usl ha introdotto nel metodo di esecuzione del pap test».
In effetti da marzo anche nelle Usl bellunesi viene eseguito il nuovo screening oncologico che sostituisce il pap test. In sostanza cambiano il metodo di screening, i tempi di esecuzione, non più ogni 3 ma ogni 5 anni ed il laboratorio dove si eseguono le analisi, che sarà quello di Treviso.
Ma Carla l’esame lo ha fatto ancora a novembre, quindi con il vecchio sistema. Da qui le comprensibili domande sul perché di questo ritardo. Oltre ovviamente all’ansia ed al timore di non conoscerne gli esiti.
«So che di solito se trovano qualcosa ti chiamano subito» spiega «Ma il dubbio rimane. E se ci fosse qualcosa ma hanno perso le carte o peggio sono finite in fondo al cassetto?» Dubbi, pensieri che non fanno dormire sonni tranquilli.
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