Fa l’assegno sfidando il divieto feltrino “salvato” dalla data
FELTRE. L’assegno era legittimo. Il feltrino Daniele Corso era stato accusato di averne emesso uno, trasgredendo il divieto di firmarne per due anni, ma ieri mattina il giudice Berletti ha prima...
FELTRE. L’assegno era legittimo. Il feltrino Daniele Corso era stato accusato di averne emesso uno, trasgredendo il divieto di firmarne per due anni, ma ieri mattina il giudice Berletti ha prima revocato il decreto penale di condanna e poi assolto l’imputato, perché il fatto non sussiste. Il pubblico ministero Rossi aveva chiesto sette mesi, ma il difensore Fantauzzi (in sostituzione di Fent) ha dimostrato che la data dell’emissione era la stessa dell’incasso, pertanto tra le due operazioni non poteva essere intervenuto il divieto invocato dalla procura della Repubblica.
Il procedimento penale era partito da questo decreto penale di condanna per violazione dell’articolo 7 della nuova disciplina sanzionatoria degli assegni bancari, che partiva da una pena base di sei mesi di reclusione, ridotta a tre e convertita in una multa superiore ai 22 mila euro.
Corso si è opposto al decreto e ha preferito giocarsela in aula, andando a processo. A giudicare da come è andata a finire, i fatti gli hanno dato ragione, tanto è vero che, al termine di una lunga camera di consiglio, il giudice Berletti ha pronunciato una sentenza di assoluzione, perché il fatto non sussiste.
(g.s.)
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