Fabbricati rurali non censiti: arrivano le sanzioni

L’Agenzia sta inviando lettere ai proprietari chiedendo di provvedere a regolare la posizione degli edifici agricoli 
BELLUNO. Centinaia, forse migliaia di lettere del Catasto stanno arrivando nelle case dei bellunesi, e lo stesso a quanto pare sta accadendo in tutta Italia. Sono lettere che minacciano sanzioni gravi, da mille a ottomila euro, mentre quelle piccole, 172 euro, sono praticamente certe.


Il Catasto, ora Agenzia del Territorio, chiede a spesso ignari cittadini l’accatastamento di fabbricati rurali, spesso veri e propri ruderi disseminati nelle campagne, valli e montagne bellunesi. Case non più abitate da decenni, abbandonate in frazioni ormai vuote, fabbricati di due stanze una sopra l’altra, con i servizi, quando c’erano, solo un casotto in mezzo al campo. Case lasciate nel dopoguerra quando decine di migliaia di persone sono state costrette ad abbandonare il Bellunese per fare gli emigranti, tornando qualche volta poi forse mai più. Ma lo Stato non si dimentica dei suoi cittadini, quando ci sono da applicare sanzioni.


Tempo fa il Catasto di Belluno, come gli altri in Italia, aveva pubblicato l’elenco dei fabbricati rurali di cui chiedeva l’accatastamento ma i proprietari non ne hanno saputo nulla, fino a quando in questi giorni sono iniziate ad arrivare a casa le lettere.


Cosa sta scritto? Che bisogna accatastare l’immobile in questione: a quanto pare se questo avviene nei prossimi mesi, prima della fine dell’anno, il proprietario dovrà pagare il professionista che fa il lavoro e le tasse relative.


La multa di 172 euro dovrebbe scattare solo nel 2018, se l’accatastamento viene eseguito. Ma se qualcuno non lo fa, arriva la vera multa da 1000 a 8000 euro, inoltre sarà il Catasto a provvedere alla pratica e ad addebitare il relativo costo al proprietario: migliaia e migliaia di euro. Quale è il valore di questi fabbricati ai fini Imu o Irpef? Praticamente nullo, come lo è il valore dell’immobile stesso. Sembra quindi evidente che lo scopo principale dell’operazione sia incamerare le multe.


Il vero problema che si pone nel Bellunese e probabilmente anche nel resto d’Italia è la multiproprietà; cioè questi fabbricati rurali hanno decine se non centinaia di proprietari, perché a suo tempo anche 100 anni fa non venivano fatte successioni di morte o divisioni tra eredi. E una grossa parte di questi proprietari vive in altri paesi del mondo, difficili da rintracciare e non propensi a spendere tempo e soldi e preoccupazioni per case, sempre che si possano chiamare così (per la maggior parte sono inabitabili e saranno accatastate come depositi), che non hanno mai visto e di cui non sapevano nemmeno di avere una piccola quota di proprietà.


Quello che accade in questi giorni è facilmente immaginabile: studi professionali, uffici del Catasto e dei Comuni presi d’assalto da persone che hanno ricevuto le lettere e non sanno neppure di cosa si sta parlando. E nel caso delle decine di proprietari, la domanda che tutti si pongono è: ma perché devo pensarci proprio io che non sapevo nemmeno esistesse quella casa?


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