Fabio, la scommessa vinta a casa propria
COSTALISSOIO. «Quella di rimanere in Comelico per me è stata una scelta, non certo un obbligo».
Fabio Candido, classe 1988, da gennaio ha aperto il suo studio “FC graphic web designer” a Santo Stefano, in via San Candido. Per lui che è di Costalissoio, siamo a due passi da casa. Ma il giro è stato lungo.
«Sì, ho studiato ad Udine e sono diventato perito aeronautico per soddisfare la mia passione per il volo. Ricordo con grande piacere i voli con l’istruttore, con il Cessna da quattro posti. Materia complessa ma bella, così come la meteorologia, altra passione che ho coltivato».
Poi il ritorno a casa ed un lavoro diverso dal percorso scolastico, perché?
«Per scelta ho deciso di tornare qui, dopo aver valutato altre ipotesi, da Milano a Bologna, alla stessa Udine; l’ho fatto perché questa è la mia terra, qui sono integrato. Sono stato assunto alla Thema di Domegge e lì per tre anni mi sono occupato di programmazione e di web design, dopo aver fatto corsi di formazione».
Quindi la decisione di metterti in proprio, perché?
«Per crescere e mettermi alla prova, anzitutto. Per poter soprattutto declinare quello che ho imparato, unito alla mia creatività, a servizio di tante piccole realtà locali che hanno bisogno di comunicare».
Soddisfatto della scelta?
«Decisamente sì, anche se ti devi fare conoscere pian piano. Il mio è un lavoro particolare, abbastanza nuovo, mi occupo soprattutto di grafica; poi per la stampa mi appoggio a varie tipografie».
Cosa fai in concreto?
«Loghi aziendali, biglietti da visita, manifesti pubblicitari di vario formato e così anche striscioni pubblicitari, cataloghi e brochure. Poi siti web personali ed aziendali, di cui curo la realizzazione grafica e la messa online, nonché l’aggiornamento dei contenuti in accordo col cliente; ed ancora i siti web per l’e-commerce destinati alla vendita online. Infine faccio servizi fotografici, per la realizzazione dei materiali necessari sia a cataloghi e pubblicità e sia ai siti».
Cosa ti piace di più nel tuo lavoro?
«La possibilità di conoscere realtà diverse e di poterle aiutare a presentarsi in maniera adeguata alla clientela, anche e soprattutto con l’ausilio delle mie capacità creative».
Da gennaio la decisione di aprire uno studio, perché?
«Per avere più spazio, rispetto al lavoro da casa, ed anche visibilità. I clienti che hanno bisogno sanno dove trovarmi, ho potuto ampliare l’attrezzatura. E poi un ufficio dà sempre una certa immagine...»”.
Che investimento hai fatto per pc, mobili e altro?
«Circa 20. 000 euro».
Finanziati come?
«Con il mio lavoro».
La tua area di operatività?
«Il Comelico e il Cadore, ma ho clienti anche a Treviso ed a Padova. Grazie a internet oggi si riescono a gestire rapporti di lavoro anche a distanza».
E i collegamenti internet come vanno quassù?
«Potrebbero andare meglio, certamente; ci vorrebbe più banda, ma in montagna soffriamo anche di questo».
Per quanti clienti hai lavorato fino ad ora? Aziende o privati? Qualche nome?
«Una cinquantina, quasi tutte aziende, ed ovviamente facendo lavori diversi e di diversa importanza. Fra questi Casanova Ediltermo di Auronzo, Falegnameria Pomarè di Costalissoio, Il Vecchio e il Nuovo, falegnameria di Padola, Gr Sedute di Padova, Dba Group di Treviso. E poi a Santo Stefano la pasticceria Bressan, il panificio Baldissarutti e Bergagnin Ferramenta».
Come trovi i clienti?
«Col passa parola, con il sito e con le conoscenze personali. Ogni lavoro che fai, se lo fai bene, è un biglietto da visita».
Molti tuoi coetanei decidono di lasciare la montagna...
«Li capisco, soprattutto se hanno studiato per fare lavori che qui non ci sono. Bisogna inventarsi qualcosa, o puntare sul turismo. Io spero che si faccia presto il collegamento sciistico fra Comelico e Pusteria. È l’ultima chance, l’ultimo treno. Non ha insegnato nulla l’esperienza drammatica delle Terme di Valgrande? Bisogna che queste strutture siano gestite in maniera professionale, da chi lo sa fare; benvenuta quindi la collaborazione con la Pusteria».
twitter@vietinas. ©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi