Fabio si difende: «Non sono aggressivo»
Capelli rasati e sguardo disilluso, il 18 enne in carcere da due mesi ad Amburgo per i disordini al G20 è stato intervistato dal canale Ard, principale rete tivù in Germania.
Secondo i giudici tedeschi il 18enne feltrino Fabio Vettorel è «predisposto alla violenza» e ha subito «carenze educative». Poco importa se non è stata commissionata una perizia psicologica o se del processo non c’è nemmeno l’ombra di una data. Tanto le illazioni fatte durante il secondo appello per la convalida del fermo non hanno peso, visto che sono «transitorie e di carattere generale». Non conta niente che la madre Jamila Baroni e le persone che lo conoscono lo credano «innocente e detenuto ingiustamente». Non ha valore la sua affermazione «sono incensurato e non mi ritengo aggressivo», come non hanno peso i video contro di lui, dove però lo si vede chinarsi a raccogliere qualcosa in pantaloni beige, maglia bianca e giacca nera, non certo tutto di nero né a lanciare oggetti alla Polizia. Non interessa se è detenuto da più di due mesi senza un mandato preciso e senza accuse ben definite. Così lo racconta, di nuovo, la tv tedesca. Il canale Dar Erste, attraverso il programma Panorama, ha mandato in onda in prima serata sul canale Ard (prima tv della nazione) un altro speciale di 10 minuti su Fabio e sul suo controverso caso di detenzione cautelare. Una puntata che è stata vista da milioni di persone e che torna a dare luce a una vicenda dai tratti ancora oscuri. Durante le proteste del G20 molti abitanti amburghesi non si sono sentiti protetti, visto che ci sono state molte rappresaglie ed episodi di distruzione a negozi, automobili e beni pubblici. «Ma sono state punite le persone giuste?», si chiede la giornalista che introduce il servizio. Dopo aver riproposto le immagini del sindaco Olaf che si augura «pene severe» per i manifestanti, e dopo aver mostrato qualche estratto dei filmati di quelle giornate, i giornalisti del programma tedesco entrano nel carcere “giovanile” di Hanofersand, dove Fabio è trattenuto dall’8 luglio. Impossibile fare domande sul suo caso «perché la polizia sta registrando», come mostra la televisione durante lo speciale. Ma alcune curiosità vengono spontanee. Una su tutte: «Perché ti sei tagliato i capelli? ». «Perché era scomodo lavarli», risponde con un sorriso. Ora è rasato e ha uno sguardo disilluso, a tratti duro. Vengono alternate le immagini della Polizia e le analisi di un ex professore di diritto e di un criminologo, entrambi a sostegno della tesi secondo cui «la sua pena è esagerata» e che «viene accusato per ipotesi, e non per fatti concreti». In più parti del verbale si legge che Fabio «era consapevole», o che «avrebbe potuto fare». Allusioni non avallate da prove, almeno per ora. E a fronte del rigetto dell’Alta Corte Federale contro il ricorso dell’avvocato per il suo rilascio, la speranza è che le ovvietà, almeno queste, vengano riconosciute. «La dignità umana è la cosa più importante che esiste, per me», afferma perentorio contro un’altra accusa dei giudici, «è per questo che ero ad Amburgo quel giorno».
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