Faceva prostituire una donna in casa a Ponte nelle Alpi, condannato a 30 mesi
Due anni e sei mesi di reclusione e seicento euro di multa. È la condanna inflitta dal giudice a Leonardo Ricciardiello, 56 anni, siciliano
La donna che faceva la prostituta ora rischia di essere indagata
BELLUNO.
Due anni e sei mesi di reclusione e seicento euro di multa. È la condanna inflitta dal giudice Elisabetta Scolozzi a Leonardo Ricciardiello, 56 anni, siciliano, accusato di aver favorito e sfruttato la prostituzione, in un appartamento di un residence a Ponte nelle Alpi, di M.S., in arte Ketty, una barese di 45 anni. Il giudice ha anche disposto la trasmissione degli atti alla procura perché valuti l'eventuale sussistenza dell'accusa di reticenza nei confronti della prostituta, testimone nel processo.
Il pubblico ministero, Simone Marcon, ha chiesto la condanna dell'imputato a tre anni e sei mesi e a 1600 euro di multa, ritenendo provate tutte le accuse a carico di Ricciardiello.
Il legale dell'imputato, l'avvocato Paolo Patelmo, ha sostenuto in arringa che le accuse rivolte a Ricciardiello non avevano avuto reali riscontri in aula. Nessuna prova schiacciante contro il suo cliente, che di mestiere faceva il commerciante d'auto e non viveva, quindi, dei proventi dell'attività di meretricio di Katty, che all'epoca dei fatti era anche la sua compagna. Per questo motivo, dopo aver letto le motivazioni della condanna, il legale ha annunciato che presenterà appello contro la sentenza.
L'indagine che portò all'arresto di Ricciardiello partì nel marzo di quattro anni fa dall'analisi di un'inserzione sul periodico di annunci "Occhio" che non lasciava adito a dubbi: «Ketty, italiana disponibile, cerca amici italiani».
Due mesi di intercettazioni e pedinamenti bastarono per far finire in manette Ricciardiello. L'indagine permise anche di scoprire uno spaccato poco noto della provincia bellunese. In sessanta giorni furono identificati un centinaio di clienti: c'erano giovani, pensionati, padri di famiglia e professionisti. Tra i clienti c'erano pure delle coppie che esigevano particolari tipi di prestazioni. Il prezzo base della prestazione più semplice era di 100 euro.
Dalle intercettazioni dei tre cellulari in uso alla donna, secondo la pubblica accusa, sarebbe emerso che a Ricciardello era intestata l'auto che utilizzava regolarmente Ketty, una Bmw color amaranto, per effettuare i suoi spostamente, nelle occasioni in cui prestava servizio "a domicilio". A bordo della Bmw, i due, insieme, si erano recati a Rimini per lavoro, sempre seguiti dagli investigatori. Inoltre il 3 gennaio del 2006 l'attività di osservazione e pedinamento proseguì fino all'hotel Impero di Cortina dove la donna avava un appuntamento. Un tragitto documentato anche da un filmato effettuato dagli investigatori e prodotto in aula tra gli atti del processo. Nel tragitto, dopo alcuni chilometri, su chiamata degli inquirenti, una volante della polizia fermò i due per un normale controllo. Giunti a Cortina, Ricciardiello aveva fatto scendere la donna davanti l'hotel per un incontro, per poi passarla a prendere una ora e mezza dopo.
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