Fagiolo di Lamon, il prezzo del secco sale a 20 euro
LAMON. Garantire ai produttori guadagni maggiori perché non abbandonino i campi e possano continuare a coltivare. Per questo aumenta il prezzo del fagiolo di Lamon, che passa da 15 euro al chilo per il secco a 20.
Allarme animali selvatici. Intanto le piante stanno crescendo rigogliose in vista della Festa del fagiolo in programma sull’altopiano da venerdì 16 settembre a domenica 18. Il clima ha favorito il fagiolo, ma si è alzato l’allarme animali selvatici per le coltivazioni. È stato interpellato anche l’assessore regionale all’agricoltura, Giuseppe Pan, chiamato da aziende agricole a intervenire su questa problematica, che non è nuova ma quest’anno si è intensificata.
Lepri nel mirino. A dirlo è la presidente del consorzio di tutela del fagiolo di Lamon Igp, Tiziana Penco, che fa il punto della situazione a poco meno di un mese dalla festa. Oltre a cervi e caprioli, hanno fatto la loro comparsa anche le lepri in zone dove non erano mai state segnalate, cogliendo di sorpresa i coltivatori che non avevano recintato. Sono stati devastati campi interi in valle di Schievenin, a Feltre, Belluno, sulla Sinistra Piave. Il consiglio del consorzio di tutela è di recintare i terreni, anche con recinzioni fisse, perché la semplice rete o il filo elettrico non bastano più.
Annata finora buona. «Gli unici problemi quest’anno sono i danni causati dalla fauna selvatica, per cui bisogna sempre più attrezzarsi», dice Tiziana Penco. «Per il resto, l’annata finora è buona. Non era cominciata proprio bene, con tanta piovosità a giugno, poi però il tempo si è sistemato e il fagiolo dopo la sofferenza iniziale si è ripreso, con un’alternanza tra caldo e pioggia durante l’estate che ha favorito lo sviluppo delle piante, che sono rigogliose e cariche. I campi sono buoni anche nel Feltrino, dove l’anno scorso la situazione è stata disastrosa a causa delle alte temperature», spiega. «Il prodotto in questo momento sulle piante c’è ed è abbondante, ma bisogna vedere come va avanti il tempo, per cui è difficile dire adesso come ci presenteremo alla festa». Si saprà qualcosa di più preciso a inizio settembre, dopo il 2 quando è in programma l’incontro con i soci.
Prezzo. Quanto all’aumento del prezzo, «non siamo degli speculatori perché c’è richiesta di prodotto, ma 20 euro al chilo per il secco è un prezzo giusto per il lavoro che viene fatto. Il calcolo delle ore, della manualità e del prodotto perfetto che entra nei sacchetti, i controlli che abbiamo e i costi di certificazione ci fanno arrivare a 20 euro al chilo, che è la remunerazione giusta per il coltivatore».
È un prodotto molto particolare, di nicchia, con una lavorazione manuale, senza meccanizzazioni nella fase di raccolta. In rampa di lancio ci sono però dei progetti per portare a casa delle attrezzature che permettano la selezione automatica: «Questo sarebbe il salto di qualità che il consorzio vorrebbe fare, ma una selezionatrice costa tanto», dice la presidente Tiziana Penco, che spera che questo poi possa essere uno sprone a produrre di più.
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi