«Falcade si interroghi sui veri problemi turistici»

Mauro Vendruscolo, presidente della ski area, spiega il cambio di nome «È marketing, allo sciatore non interessa se le piste sono in Trentino o Veneto»

FALCADE. «Più che sul nome della ski area il Comune si interroghi sui 3-400 ingressi che abbiamo avuto nell'ultima settimana». Mauro Vendruscolo, presidente della società Impianti Falcade-Col Margherita, si dice «amareggiato» per la decisione dell'amministrazione di Falcade di mettere all'ordine del giorno del prossimo consiglio comunale (mercoledì alle 20) la scelta della società stessa di modificare il nome della ski area, togliendo il riferimento a Falcade e lasciando solo quello al San Pellegrino.

Via il nome di Falcade: perché?

«Da un po' eravamo alla ricerca di avere un'identità a livello di ski area legata al territorio degli impianti. Abbiamo ritenuto che la cosa migliore fosse trovare un nome unico. Avevamo pensato anche a “Col Margherita”. Poi abbiamo optato per “San Pellegrino”, togliendo pure il riferimento al passo, proprio per indicare un'area più vasta. D'altronde se ci guardiamo attorno c'è l'area dell'Alpe Lusia e non di Moena, del Catinaccio e non di Vigo di Fassa, del Belvedere e non di Canazei. È una scelta funzionale, di marketing: se scriviamo “San Pellegrino” su Google prima viene fuori l'acqua, poi veniamo fuori noi e allora vuol dire che, con un nome così, non siamo messi poi male, no?».

Non è una scelta territoriale? Via il Bellunese, resta solo il Trentino...

«Macché. Noi vendiamo un’area, al cliente polacco o anche all'italiano poco importa sapere se le piste sono in Trentino o in Veneto. Sono mentalità del passato, noi guardiamo avanti».

Però il Comune di Falcade non l'avete coinvolto: ci sono rimasti male.

«Non abbiamo chiesto un parere né al Comune di Moena, né a quello di Soraga, né a quello di Falcade. Sul marketing abbiamo sempre lavorato noi e pensiamo di aver fatto anche questa volta una scelta che ci avvantaggerà».

Il Comune lamenta una scarsa riconoscenza: hanno portato 9 milioni di euro per la cabinovia...

«Non lo mettiamo in dubbio, ma se il Comune (e sono convinto non sia il sindaco il promotore della cosa) si perde nell'incolparci di aver cambiato il nome della ski area, allora... Non ero al corrente che l'avrebbero portato in consiglio, ma sono molto demoralizzato. Devo dire che sarei stato più contento che avessero messo all'ordine del giorno il fatto che in questa settimana abbiamo avuto 3-400 ingressi a Falcade. I problemi a Falcade sono altri, non il nome della ski area, e li sappiamo tutti: la mancanza di posti letto negli alberghi e la difficoltà a riempire quelli che ci sono rendono difficile per una società impianti restare in piedi dopo tutti gli sforzi fatti».

Si incrineranno i rapporti tra società e Comune?

«Assolutamente no. Stiamo lavorando in piena sintonia: abbiamo fatto dei programmi, abbiamo in ballo la cabinovia, un'opera che a breve dovrebbe andare in porto ed elevare la qualità dell'offerta. A questo punto, però, uso il condizionale e non mi illudo che questa possa essere la svolta. Spero ci sia ancora voglia di fare».

Gianni Santomaso

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