Fallimento Toler I legali di Fabbri contro l’imputato
ROCCA PIETORE. Gli imputati dicono la loro. E possono anche mentire. Nella vicenda del fallimento dello Sport hotel Toler di Rocca Pietore, i legali del docente universitario di Economia del Turismo alla Bocconi, Nicola Fabbri, contestano in sette punti la deposizione di Robertino Grigoletto che è a processo per bancarotta con Marina Servadio, difeso da Andrea Colle.
I due erano stati assunti come portiere e segretaria, ma in realtà avrebbero amministrato l’albergo: «Quanto ha dichiarato è falso e destituito da ogni fondamento», fanno sapere dallo studio legale Lunghini Sangiorgio di Milano, «le dichiarazioni di Grigoletto e Servadio sono state rese con lo scopo di limitare o escludere la propria responsabilità: i due sono stati denunciati da Fabbri un anno prima del fallimento e da questa denuncia è nato il procedimento, che ha portato al processo per bancarotta. Non è possibile sostenere che Fabbri fosse la “mente di un progetto di creazione di una catena alberghiera nelle Dolomiti” né che abbia causato la bancarotta nella quale si trova ora lo Sport hotel Toler».
Il buco sarebbe di 1 milione e 800 mila euro e Grigoletto ha detto anche di «non aver preso un euro dell’hotel». Il processo finirà il 2 dicembre con la discussione: richiesta del pm Gallego, arringa di Colle e sentenza del collegio presieduto dal giudice Antonella Coniglio. Nel frattempo i legali di Fabbri specificano che Grigoletto era il proprietario della Niropa Holding e dello Sport hotel Toler in forza di un atto firmato dal notaio Carozzi di Carrara; esercitava il ruolo di amministratore, assumendo, pagando i dipendenti e trattando con i fornitori.
Fu lui a contattare Fabbri, alla fine del 2007 e non il contrario per fare il business plan dell’acquisizione dell’albergo e proporlo alla Monte Paschi leasing & factoring; Fabbri non ha promesso arrivi di turisti né ha avuto ruoli nell’apertura della Granduca del Bosco Verde srl e fu lui a denunciare i due per appropriazione indebita e infedeltà patrimoniale; sempre Fabbri portò tutti i documenti alla Finanza e non ha mai chiesto a Grigoletto di aprire un conto personale per «salvare la società»; i conti societari non furono bloccati, ma sequestrati. (g.s.)
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