Fallisce il Trento calcio «Ho perso 77 mila euro»

L’imprenditore trichianese Prizzon aveva chiesto il pignoramento dei giocatori «Una vergogna per chi ha strapagato i rinforzi e non saldava mai le forniture»
Di Gigi Sosso

TRICHIANA. Il Trento calcio è fallito. I creditori piangono. Tra questi, il bellunese Mauro Prizzon di Calcio Group, che avanzava 77 mila 500 euro più gli interessi di forniture sportive dalla società aquilotta e non vedrà nemmeno una moneta. Quando ancora esisteva il Trento 1921, aveva chiesto al Tribunale di Belluno il pignoramento di 24 giocatori e l’ufficiale giudiziario era piombato prima nella sede della Federcalcio trentina e poi in via Sanseverino, per sottolineare i nomi dei giocatori che sarebbero diventati di proprietà dell’imprenditore di Trichiana. A distanza di poco più di un anno, l’epilogo. il fallimento della società sportiva, oltre che la retrocessione in Promozione.

È del 18 aprile la comunicazione del legale al giudice Monica Attanasio che il suo assistito si rimetteva interamente alle decisioni della Corte. In seguito, è nato il Comitato Pro Trento, che ha già raccolto circa 150 adesioni, da vedere se l’eventuale nuova associazione ripartirà dal campionato di competenza oppure dalla Seconda categoria, perché in Trentino la Terza non c’è. Prizzon se l’è messa via. Non avrà niente di quanto gli spetta: «Purtroppo no e credo proprio che sia una vergogna. Mi ero speso per avere una sentenza, che sarebbe stata addirittura epocale, ma vista la situazione non riceverò nemmeno un euro. Non c’è più niente, perché i giocatori hanno ottenuto lo svincolo automatico, per via del fallimento e il titolo sportivo non vale un centesimo. È andata a finire così e la ritengo una grossa ingiustizia. Del resto, la federazione calcistica tutela chi paga almeno la tassa d’iscrizione al campionato e non certo chi avanza tanti soldi, per aver fornito tutto il materiale sportivo. Io avevo firmato un contratto della durata di cinque anni e non ho mai visto niente, pur essendo stato sempre puntuale nelle forniture».

Il Trento 1921 non ha niente da dare a nessuno, neanche un pulmino del settore giovanile. E l’Asis, che è l’azienda speciale per la gestione degli impianti sportivi ha chiuso sia lo stadio Briamasco che i campi di allenamento. Calcio Group dovrebbe essere nelle prime posizione tra i creditori : «Ma se non c’è nulla da prendere, posso soltanto rassegnarmi e guardare avanti. Non c’è stato solo il Trento in questi anni, ma diverse altre società, che magari strapagano i giocatori, nelle categorie minori. Ci ho provato, per cercare di difendere la mia onestà, oltre che i miei interessi, ben sapendo che ci sono molti altri colleghi, nelle mie stesse condizioni. Meglio che non dica la cifra che avanzo».

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