Fallita la transizione va avanti la causa da 24 milioni di euro

Giovedì la Provincia vende una parte delle sue quote ma resta aperto il contenzioso sul pregresso non pagato

BELLUNO. Sarà perfezionato giovedì, davanti ad un notaio di Mestre, l’atto di cessione di parte delle quote della Provincia di Belluno in Veneto Strade. Dopo le polemiche dell’anno scorso, finalmente sembra procedere, seppur a rilento, il percorso avviato dalla Regione per far entrare Anas nella società che si occupa di manutenzione stradale.

Ad oggi Veneto Strade vede come soci per il 50% le sette province venete, per il 30% la Regione Veneto, e per il restante 20% quattro società autostradali. Entro il mese di giugno, secondo accordi presi nei mesi scorsi, quattro Province e le società autostradali cederanno le loro quote, così da permettere a palazzo Balbi di detenere oltre il 76% della società. Verona, Vicenza, Rovigo cederanno la loro quota pari a 7,14%, mentre Società delle Autostrade Serenissima spa, Autostrade per l’Italia, Autovie Venete e A4 Holding spa cederanno il loro 5%.

Discorso a parte, invece, per palazzo Piloni che cederà il 5% del suo 7,14% per un controvalore pari a 259.017 euro che pagherà la Regione in base allo studio Praxi. «È una cessione che abbiamo fatto per facilitare la Regione e favorire l’ingresso di Anas e quindi il riassetto societario di Veneto Strade», commenta il presidente Roberto Padrin, che aggiunge: «Si tratta di un atto importante che permetterà di velocizzare gli altri step della riorganizzazione della società. L’iter è avviato, ora attendiamo la riclassificazione delle strade a livello ministeriale per dare una svolta a questa operazione».

Due, però, sono le cose che mancano per completare il percorso, come conferma l’amministratore delegato, Silvano Vernizzi. «Attendiamo il parere di Anac sulla possibilità di Veneto Strade di ricevere l’attività di manutenzione in house. Cosa che dovrebbe essere abbastanza semplice visto che l’Anac ha già dato l’ok per la stessa operazione in Lombardia. Ed infine manca il decreto di riclassificazione delle strade. E su questo è necessaria la firma del neo ministro delle Infrastrutture, Toninelli».

I tempi potrebbero dilatarsi. L’operazione per l’entrata di Anas avrebbe dovuto concludersi in estate, ma a quanto pare tutto potrebbe slittare in autunno, o addirittura a fine anno. Questo comporterà un problema per la Provincia di Belluno che dovrà sborsare così 15 milioni di euro o poco di meno. Somma per la quale lo stesso presidente Padrin ha sottoscritto una garanzia all’ad Vernizzi, ma di cui, in parte, non è ancora in possesso.

Ma c’è anche un altro fronte aperto con la società stradale: ed è quello relativo alla causa intentata dalla stessa Veneto Strade per il recupero delle somme pregresse non pagate dalla Provincia ma previste dalla convenzione tra i due enti, per un ammontare di 24 milioni di euro.

Nelle settimane scorse si era tentata la via della transazione con la possibilità della Regione Veneto di accollarsi i costi delle manutenzioni per un valore di 13 milioni, e i restanti 11 milioni sarebbero rimasti in carico a palazzo Piloni. Ma a quanto pare la Regione, forse memore della poca collaborazione dimostrata l’anno scorso dalla Provincia di Belluno nello schierarsi a favore di palazzo Balbi nella gestione della polemica con l’Upi per la vendita delle quote, ha rifiutato l’accordo. E così la causa continua mettendo non poco in agitazione palazzo Piloni in caso di sconfitta.

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