Falsi pascoli, un agordino tra gli indagati
LIVINALLONGO. Ci sarebbe anche un agordino tra gli indagati nell’inchiesta sui contributi Ue per i pascoli a Livinallongo.
Com’è noto, l’indagine avviata qualche mese fa dalla Guardia di Finanza, riguarda alcune richieste di contributi, erogati dalla Comunità Europea, per il pascolamento di terreni di alta montagna, fatte a totale insaputa dei rispettivi proprietari. A richiedere i finanziamenti sarebbero state alcune società, tutte riconducibili a due soci: uno trentino e l’altro, appunto, agordino. E proprio questo particolare avrebbe fatto insospettire gli uomini della Guardia di Finanza, che hanno così avviato l’indagine. Secondo una prima ricostruzione i due, per raggiungere il loro scopo, avrebbero creato diverse società. L’Unione Europea, infatti, eroga contributi sostanziosi per il pascolo su terreni di dimensione fino a 75 ettari, mentre oltre tale metratura il contributo si abbassa progressivamente. Ogni società, quindi, dichiara di sfruttare terreni non più grandi di questa superficie. Sulle domande di contributo le società dichiaravano di pascolare terreni nell’area delle Montagne di Castello e di Andraz. Peccato, però, che nella maggior parte dei casi, il proprietario era all’oscuro di tutto.
Le società, evidentemente create “ad hoc”, avrebbero quindi ottenuto i contributi senza avere un regolare contratto d’affitto o perlomeno di consenso dal proprietario del fondo. Una volta avviata l’indagine, i militari della Guardia di Finanza si sono subito recati in Comune. Poi sono stati sentiti i proprietari dei terreni, ai quali è stato chiesto di recarsi negli uffici di Agordo o di Belluno per deporre le loro testimonianze o portare eventuali documenti in loro possesso utili alle indagini.
A quanto pare, infatti, gli indagati, una volta intuito dell’inchiesta in corso, avrebbero cominciato a contattare gli intestatari dei terreni, offrendogli del denaro per pagare l’affitto degli ultimi tre anni. Sembra che alcuni abbiano accettato di cedere i loro terreni e di prendere il denaro offerto, ma molti hanno preferito vederci chiaro.
Anche questo aspetto della vicenda è sotto la lente d’ingrandimento degli uomini della Gdf che, in questi giorni, hanno già sentito parecchie persone coinvolte, loro malgrando, nell’indagine. Ma a quanto pare l’aver accettato il denato in se non costituirebbe reato o favoreggiamento, in quanto anche i proprietari dei terreni sono parte lesa.
Lorenzo Soratroi
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