Falsifica la busta paga per un prestito

CORTINA. La fantasia al servizio della truffa. Avete bisogno di una busta paga fasulla per accedere ad un finanziamento per acquistare un’automobile? Per farlo chiedetelo a Gianfranco G., classe 1962, residente in provincia, finito sotto inchiesta con l’accusa di truffa aggravata per aver creato una falsa distinta dalla quale risultava essere dipendente di una cooperativa di lavoro e servizi, la Click Lavoro Scarl, con stipendio mensile base di 1.520 euro, straordinari e festivi esclusi. Il falso cedolino gli è servito per ottenere un finanziamento per l’acquisto di una macchina in un autosalone di Belluno. Ma la truffa è stata scoperta dopo qualche mese, quando l’uomo non è più riuscito a rimborsare le rate mensili del finanziamento. Ora, Gianfranco G. è stato rinviato a giudizio e il prossimo 15 luglio sarà processato per truffa in rito abbreviato davanti al giudice Antonella Coniglio. Pare che l’imputato, pentito, stia cercando di darsi da fare per risarcire il danno ed ottenere in cambio il ritiro della querela. Un fatto questo che gli permetterebbe di ottenere un’eventuale sconto di pena.
La vicenda risale al 23 novembre del 2009 quando l’imputato si presenta, in giacca e cravatta, negli uffici di una finanziaria. Gli serve, infatti, un prestito da 13.586 euro con i quali comprare una Lancia Y10 presso un’autosalone di Belluno. I dipendenti della finanziaria gli chiedono i dati personali, notizie sul lavoro e la busta paga. L’uomo, con estrema disinvoltura, dice di essere dipendente della Click Lavoro Scarl, una cooperativa di lavoro e servizi e da una borsa estrae il cedolino con la busta paga della ditta. L’intestazione e le voci sembrano in regola. Lo stipendio base è buona: 1.520 euro. La finanziaria decide di erogargli il prestito che con gli interessi dovrà essere restituito in 36 comode rate.
L’affare va in porto. Gianfranco G. acquista la sua Lancia Y10 e tutto fila via liscio. Soltanto per tre mesi. Al quarto mese, la finanziaria non vede più un becco di un euro rientrare come pattuito. I responsabili cercano di contattare il cliente ma dell’uomo non c’è nessuna traccia. A quel punto chiamano i titolari della Click Lavoro Scarl che cadono dalle nuvole: alle loro dipendenze non c’è nessuno che lavori con quel nome.
La truffa viene scoperta e ai responsabili della finanziaria non rimane altro da fare che presentare denuncia per truffa nei confronti di Gianfranco G.. Le indagini portano i carabinieri a rintracciare l’uomo, che viene indagato a piede libero con l’accusa di truffa aggravata. Per lui il processo inizierà a metà luglio. Un processo a porte chiuse e in rito abbreviato, con sconto di pena in caso di condanna.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Corriere delle Alpi