Falso medico condannato a sei anni

SANTA GIUSTINA. La tessera sanitaria da cambiare. O la pensione di anzianità da verificare. Tutte scuse che Giovanni Stasi accampava, per derubare gli anziani, spacciandosi per medico dell’Inps: il bottino di 950 euro in una casa di Santa Giustina gli è costato una condanna a sei anni di reclusione e 1.200 euro di multa. Oltre alla definizione di «delinquente abituale» da parte del giudice Coniglio. Nella sentenza, c’è anche il risarcimento del danno patrimoniale e di altri 2.000 euro all’uomo derubato. Il pubblico ministero Pesco aveva chiesto quattro anni e sei mesi più 450 euro di multa, considerando la recidiva e il difensore di parte civile, dottoressa Bonan, aveva aggiunto la somma da risarcire.
L’unica convinta dell’innocenza di Stasi era l’avvocato di fiducia De Marco del foro di Napoli, che aveva saltato alcune udienze precedenti, invocando il legittimo impedimento e ieri ha finito l’arringa con la richiesta di assoluzione per insufficienza di prove, in subordine la continuazione con una recente sentenza del tribunale di Trento o il minimo della pena. Il meccanismo dei furti era molto semplice, a sentire l’uomo che si è visto portare via i soldi.
L’11 febbraio 2013, verso mezzogiorno, Stasi si presenta con berretto di lana e occhiali scuri, dicendo di essere un medico dell’Istituto nazionale previdenza sociale. Chiede al padrone di casa la tessera sanitaria e gli dice che va sostituita. Ci vogliono 50 euro e la nuova carta arriverà il giorno dopo. L’anziano gli consegna una banconota stropicciata, che non va bene. La seconda, invece, è a posto. Il denaro (950 euro) è custodito in una busta alloggiata nel comodino della camera da letto che l’uomo lascerà incustodita su una cassapanca e sparirà. Per cercare di essere più credibile, Stasi ha addirittura fatto una visita medica ad un paziente, che non ne aveva alcun bisogno.
La mattinata era cominciata male per l’imputato, che con lo stesso stratagemma era andato da una signora, per verificarle la pensione. Il tempo di andare a prendere il libretto ed era arrivato il nipote, rovinando il tentativo di furto. Stasi si muoveva su una Renault Megane nera presa a noleggio, con a bordo una complice. Nessuno è riuscito a prenderne la targa, ma i carabinieri di Feltre ci sono arrivati lo stesso, nel corso delle indagini. La vittima del furto non aveva riconosciuto Giovanni Stasi in caserma, mentre ieri non ha avuto dubbi, indicando la foto numero 5 del fascicolo fotografico. Il giudice Coniglio ha condannato a sei anni, 1.200 euro di multa e 2.950 di risarcimento. Trenta giorni per le motivazioni.
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