Falzarego chiuso: esplode la protesta dei pendolari

LIVINALLONGO. Passo Falzarego chiuso da due settimane. Esplode l'esasperazione dei pendolari: «Dobbiamo sobbarcarci ore e ore di viaggio per andare al lavoro». La replica di D'Agostini ( Veneto...

LIVINALLONGO. Passo Falzarego chiuso da due settimane. Esplode l'esasperazione dei pendolari: «Dobbiamo sobbarcarci ore e ore di viaggio per andare al lavoro». La replica di D'Agostini ( Veneto Strade ): «Prima bisogna garantire la sicurezza».

Oggi saranno esattamente due settimane che i passi dolomitici che mettono in comunicazione la conca ampezzana con l'Agordino, Giau e Falzarego, sono chiusi. Una chiusura forzata vista l'enorme quantità di neve caduta in quota, oltre al marcato pericolo di slavine che si sono abbattute sulla carreggiata nei tratti più esposti, creando muri di neve alti metri. Chiuso per lo stesso motivo anche il Valparola, per la Val Badia. Di fatto l'area del Falzarego è da due settimane irragiungibile sia dall'Agordino che dalla Badia, con pesanti ripercussioni sull'economia turistica della zona. Ma a subire disagi sono le diverse decine di pendolari che ogni giorno percorrono quei passi per recarsi al lavoro su impianti a fune dell'area o di Cortina.

Ora sono esasperati. I passi chiusi hanno costretto gli operai a sobbarcarsi diverse ore di macchina in più per raggiungere il posto di lavoro attraverso lo Staulanza e Cibiana o la Val Pusteria. Con le conseguenti spese aggiuntive per il carburante dell'auto. Passata la fase più acuta dell'emergenza neve, si attendevano con ansia la riapertura almeno del Falzarego, dove il pericolo di slavine è limitato a un tratto di circa 200 metri sotto il Sass di Stria. Altri passi, come il Campolongo ed il Pordoi o il tratto tra Pieve ed Arabba, bersagliati quotidianamente da diverse slavine, sono aperti da giorni.

A farsi portavoce di questo disagio è Luca Degasper, addetto agli impianti dell'area sciistica delle 5 Torri. «Ho chiamato più volte gli uffici di Veneto Strade» racconta «ma nessuno sapeva mai darmi una certezza. Forse domani, forse domani era la sola risposta».

Incertezza che aggiunta alla fatica dei chilometri in più da percorrere, si trasforma in sconforto. «Io come i mie colleghi, mi devo alzare alle 4.30 per andare al lavoro e torno alle 7 di sera. Capisco i problemi e l'eccezionalità di queste nevicate, ma mi sembra che due settimane di chiusura siano troppe. A Larzonei ( dove vivono i genitori, ndr) hanno riaperto la strada dopo un paio di giorni. Il pericolo di valanghe c'è sempre, ma la strada viene tenuta transitabile. Noi stessi, nonostante i problemi ed il disagio delle strade chiuse, abbiamo pur ripulito e riaperto in tutta fretta gli impianti».

«Contavamo di riaprire Falzarego e Valparola già martedì o mercoledì» spiega Sandro D'Agostini di Veneto Strade. «Ma le consistenti precipitazioni dell'ultimo fine settimana, unite al vento ed al rialzo delle temperature ci hanno costretto a rivedere le nostre previsioni. Sono scese altre valanghe che ci hanno rallentato i lavori. Capisco il disagio di chi lavora, ma bisogna anche capire i problemi e l'incolumità di chi opera per spalare le strade. Prima di aprire dobbiamo garantire che ci siano le condizioni di sicurezza». Per oggi pomeriggio « saranno riaperti sia il Falzarego che il Valparola. Per il Giau bisognerà attendere ancora qualche giorno».

La questione riporta d'attualità un problema noto da 30 anni. Per rendere sempre transitabile il Falzarego basterebbe mettere in sicurezza con opere adeguate un tratto non più lungo di 200 metri sotto il Sass di Stria. Opere previste in un progetto del Fondo Brancher. I soldi però non arrivano ed a rimetterci sono i pendolari e l'economia della zona. In verità, bisogna sottolineare, nell'assordante silenzio di molti imprenditori e dell'associazione turistica di Cortina.

Lorenzo Soratroi

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