Falzarego, i ricordi nella terra di nessuno
Cortina
“Le Dolomiti ricordano”, grazie ai segni scolpiti nella roccia, grazie agli uomini che di quei tragici eventi di 100 anni fa hanno voluto fare memoria alle giovani generazioni. Così il Comando Truppe Alpine, e le sezioni Ana di Treviso e Cadore, in collaborazione con il Comune di Cortina, hanno voluto chiudere solennemente le celebrazioni per il centenario dalla fine della Grande Guerra.
E lo hanno fatto al Passo Falzarego, in quella che 100 anni fa era una “terra di nessuno”: i reticolati austriaci delimitavano l’accesso al passo di Valparola tra il Sasso di Stria e il Lagazuoi; i reticolati italiani chiudevano la discesa verso Cortina all’altezza del rifugio Col Gallina.
Prima dell’inizio ufficiale la breve ricostruzione storica degli eventi con la possibilità per i presenti di identificare le postazioni degli eserciti contrapposti grazie all’uso di fumogeni. Le postazioni austro ungariche sulla vetta del Sasso di Stria, sulla cengia austriaca, sul Lagazuoi; le postazioni italiane erano sulla Cengia Martini, sullo Spitzerstein, sul Col dei Bos.
L’alzabandiera ha visto prima issare le bandiere dei vari paesi combattenti, con il sottofondo dell’Inno dell’Europa, ad opera di figuranti italiani e austriaci, con divise d’epoca. Quindi il tricolore con l’Inno di Mameli ha dato il via ufficiale alla cerimonia. Nei vari interventi è stata sottolineata l’importanza del ricordo. In apertura il presidente dell’Ana Treviso Piovesan, che ha voluto rimarcare l’opera dei volontari per il recupero dei percorsi bellici, anche per le persone diversamente abili, in un grande Museo a cielo aperto.
Il sindaco di Cortina Ghedina ha ricordato le sofferenze subite anche dalla popolazione civile. Franco Gidoni consigliere regionale ha portato il saluto del presidente Zaia. Quindi il vice comandante delle Truppe Alpine, generale Baron ha posto in luce il cammino di pace degli ultimi 70 anni: oggi i popoli e gli eserciti che hanno combattuto così duramente, collaborano invece in importante iniziative comuni.
Infine l’intervento del presidente nazionale Ana, Favero, che in apertura aveva scortato il Labaro dell’Associazione decorato con 209 medaglie d’oro al Valor Militare.
«L’Ana da sempre si prodiga per tenere vivo il ricordo del sacrificio di migliaia di giovani nel primo e nel secondo conflitto mondiale. L’auspicio è che i giovani recepiscano questo messaggio, fatto di valori, di impegno e soprattutto di solidarietà. E proprio l’essere solidali con l’intera comunità è forse l’aspetto più evidente che si traduce in tantissime iniziative, tra le quali anche quella del recupero dei tracciati e dei percorsi della Grande Guerra».
La messa celebrata da don Giuseppe che ha magnificato il valore della preghiera e ha avuto parole di ringraziamento per quanti hanno voluto questa cerimonia, ha chiuso la manifestazione, con la lettura della preghiera dell’Alpino, da parte di Antonio Cason, presidente Ana Cadore. —
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