Famiglia intossicata dal monossido

PIEVE DI CADORE. Una famiglia di origine marocchina (papà B.B. di 47 anni; mamma A.E. di 38 anni; le due figlie: una di 18 anni, S.B; una di 14 anni, A.B.) è rimasta intossicata ieri mattina dal monossido di carbonio emesso da una stufa a legna malfunzionante. Il tutto è accaduto all’interno dell’abitazione di via Coletti a Tai di Cadore.
L’allarme è scattato poco prima delle 7, quando la figlia maggiore, tramite la chiamata al 118 cadorino, ha denunciato il generale malessere della famiglia.
Sul posto sono arrivati subito i soccorsi: due ambulanze, di cui una medicalizzata, i vigili del fuoco e i carabinieri.
La famiglia presentava i sintomi specifici dell’intossicazione da monossido: mal di testa e senso di nausea. Ma anche il forte e acre odore di fumo ha fatto subito pensare a un malfunzionamento della stufa.
A destare le maggiori preoccupazioni è stata la figlia più piccola, che aveva subito, come poi ha raccontato il padre ai medici dell’ospedale, una brevissima perdita di coscienza. Tanto che lo stesso genitore aveva provveduto, in attesa dei soccorsi, a portarla all’aria aperta. Per il resto gli altri componenti denunciavano soltanto mal di testa e senso di nausea.
La madre e la figlia più grande sono state trasportate all’esterno con la barella, mentre il padre e la figlia più giovane sono riusciti a uscire e a salire sull’ambulanza da soli.
Il personale sanitario ha subito trasferito le quattro persone al pronto soccorso dell’ospedale di Pieve di Cadore, diretto dal dottor Antonio Tocchio, dove i medici hanno prestato le prime cure. Poi la famiglia è stata trasferita, sempre in ambulanza, all’ospedale di Padova, dove i quattro componenti sono stati sottoposti a un trattamento nella camera iperbarica.
Nel pomeriggio, viste le condizioni buone, la famiglia marocchina è stata ricondotta al pronto soccorso di Pieve di Cadore, dove i medici, verificato il migliorato stato di salute, hanno dimesso genitori e figlie.
I vigili del fuoco, rimasti in via Coletti, hanno provveduto ad arieggiare le stanze per far uscire l’odore acre di fumo.
Sulle cause che hanno originato l’incidente, sembra non ci siano dubbi: una stufa difettosa che ha scaricato nella stanza, invece che nel camino, il monossido di carbonio prodotto dalla combustione.
L’abbassarsi in questo fine settimana delle temperature aveva obbligato la famiglia ad accendere nuovamente la stufa, probabilmente spenta nei giorni scorsi visto il clima ormai mite, quasi primaverile.
L’ appartamento dove si è verificato l’episodio, che per fortuna si è risolto positivamente, si trova sulla parte esterna di un fabbricato una volta adibito a garage e ora a magazzino di colori.
È completamente isolato dall’attività ed è stato ricavato nella fase di recupero del fabbricato, in origine concepito come officina automobilistica. In questo appartamento, dove hanno vissuto in questi ultimi anni vari inquilini, e dove da circa un anno ha stabilito la sua dimora questa famiglia di immigrati, fino a pochi anni fa c’era una stube tradizionale, che però è stata eliminata per essere sostituita da una stufa.
(ha collaborato Vittore Doro)
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