Famiglie ko, in ginocchio i papà separati

Gli uomini divorziati rappresentano i nuovi poveri. Le difficoltà danneggiano anche i figli: aumentano i malati psichiatrici 
BELLUNO. Famiglie sempre più disgregate, genitori sempre più problematici e fragili che non ce la fanno a gestire i figli, che a loro volta si sentono soli ed evidenziano problemi psichiatrici già in età infantile. In gravi difficoltà anche i single, specie se divorziati e, se uomini, alle prese con l’assegno di mantenimento, che rischia di creare nuovi poveri. Sono queste alcune delle problematiche che le Conferenze dei sindaci del distretto di Belluno e di Feltre hanno evidenziato nel documento redatto unitariamente per unificare le soluzioni, messe in campo in questi anni dalle due realtà per far fronte alle esigenze dei loro territori. Il quadro che ne esce è di una società in disgregazione. Ma risolvere il fenomeno non è semplice: le risorse a disposizione sono sempre meno.


Famiglia.
Si è acuita la condizione di disagio delle famiglie, sia di origine straniera che italiana, provate da incertezza lavorativa ed economica, dalla disgregazione dei legami di coppia, da un elevato carico assistenziale per la presenza di anziani, disabili e psichiatrici, dall’isolamento, dalla solitudine e da nuove dipendenze. «Gli adulti stanno soffrendo», dicono i sindaci, «perché chiamati a svolgere il ruolo genitoriale in un momento di crisi dei modelli di accudimento tradizionale. Queste difficoltà si ripercuotono sui figli che, soprattutto in adolescenza, esprimono disagio psicologico o comportamenti devianti. I servizi, dal canto loro, faticano a intercettare questi casi, perché impegnati a risolvere situazioni sempre più gravi e complesse».


Single.
Sia nel distretto di Belluno sia nel Feltrino si registra un aumento delle richieste di aiuto da parte dei maschi single, di età compresa tra i 50 e i 60 anni, con problemi di alcol, usciti dal mercato di lavoro e senza ammortizzatori sociali. Diminuiscono le richieste da parte di capifamiglia stranieri e aumentano quelle da parte di maschi italiani neo divorziati. «Gli appartamenti di prima accoglienza della Caritas stanno accogliendo persone che appartengono a tale tipologia, provenienti anche da altri comuni del territorio», dicono i sindaci.


Le nuove povertà
. Toccano genitori separati, perlopiù maschi, che devono versare assegni familiari e hanno difficoltà abitative, con conseguente necessità di integrazione del reddito. Situazioni di povertà culturale e mancanza di un’ottica progettuale per la propria vita determinano non solo difficoltà di inserimento lavorativo, ma anche l’indebolimento delle capacità di cura delle famiglie e stili di vita scorretti, con conseguenti bisogni di tipo sanitario e difficoltà economiche dovute all’incapacità di gestire il proprio patrimonio e le risorse economiche familiari. Molte le richieste da persone prive di legami familiari, che abusano di alcol.


Gli assistenti sociali evidenziano anche i casi di persone che, per scelta o per mancanza di alternative, decidono di lasciare il lavoro per dedicarsi alla cura dei familiari, vivendo del reddito di questi ultimi. Quando questi vengono a mancare, si trovano, magari tra i 45-55 anni, senza reddito, né lavoro, e totalmente a carico dei servizi sociali comunali. Questa condizione di dipendenza dai servizi si rileva anche nelle persone che vivono di lavori stagionali, appoggiandosi ai redditi dei genitori.


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