Famiglie senza soldi per affitti e bollette la Caritas è in campo
FELTRE. Si appesantisce l'emergenza abitativa e non accenna a diminuire la richiesta di cibo e vestiario. È quanto emerge dalle domande di aiuto arrivate nel corso dell'ultimo anno alla Caritas feltrina presieduta da don Diego Bardin: «La situazione è sempre grave, da quello che abbiamo riscontrato per le persone che abbiamo aiutato e anche ospitato nelle varie strutture di prima e seconda accoglienza, il problema lavoro e il problema casa sono rimasti a come erano alla fine del 2015. Non abbiamo visto miglioramenti», commenta l'arciprete delle tre parrocchie del Duomo, Sacro cuore e degli Angeli, che fotografa un 2016 sferzato da un ventaglio di difficoltà che sono andate a consolidarsi invece di alleggerirsi, perché la mancanza di lavoro persiste e nel frattempo sono venuti meno i risparmi che per un po' sono stati un sostegno per i nuclei familiari locali: «Ci siamo accorti che si sono aggravate un po’ le situazioni degli italiani a causa del perdurare della crisi».
Anche nel Feltrino come nel resto d'Italia la povertà si tasta con mano ed è esploso il problema abitativo. Con l'affitto e le bollette che diventano insostenibili da pagare, sono aumentati gli sfratti ed è impennato il numero di persone ospitate nelle strutture di prima e seconda accoglienza della Caritas diocesana in via Nassa perché non ce la facevano più a sostenere le spese per la casa. Nel 2016 «sono circa venti famiglie e altri cinque-sei singoli, provenienti un po' da tutte le zone del Feltrino. Le difficoltà qui sono cresciute», evidenzia don Diego Bardin. «Abbiamo sempre i posti pieni, c'è un cambio continuo e tenendo conto che per il Comune di Feltre si è aggiunta una struttura in più, Casa Coletti gestita dall'Azienda Feltrina, e anche quella è piena, significa che le necessità abitative sono aumentate».
Nessun picco in questi giorni di grande freddo: «Chi si trova in condizioni particolari chiede aiuto un po' per tempo. A fine novembre-inizio dicembre avevamo già ospitato delle persone che si trovavano in situazioni abitative non idonee per i mesi invernali». Per quanto riguarda il numero delle persone assistite per il cibo e il vestiario, «nel totale è rimasto sostanzialmente quello dell'anno precedente, perché ci sono state delle famiglie straniere che sono partite e qualcun'altra che si è aggiunta», prosegue il presidente dell'associazione diocesana di solidarietà.
Di pari passo con la crescita dei bisogni però, è aumentata anche la generosità dei feltrini. «Ci sono anche aziende alimentari e negozi che quando hanno eccedenze ci chiamano. È una cosa molto positiva», racconta don Diego Bardin. «Alcune realtà lo fanno da anni, ma ultimamente se ne sono aggiunte altre».
Raffaele Scottini
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