Fare gli occhiali a mano: studenti a lezione dall’imprenditore Stramare
BELLUNO. Produrre le montature degli occhiali interamente a mano, recuperando il senso del contatto diretto con la materia prima, ma anche con il prodotto finito e soprattutto con la possibilità di trasmettere al prodotto la passione del suo creatore. Sono questi i valori e i saperi che da ieri fino a sabato l’imprenditore Fabio Stramare, 62 anni di Segusino, intende trasmettere agli studenti della classe terza con indirizzo meccanica dell’occhiale dell’Iti Segato di Belluno. . Stramare, all’interno del progetto Belluno Orienta, avviato da Certottica Formazione capitanata da Simona Agnoli, dovrà aiutare gli studenti a realizzare gli occhiali che ciascuno di loro ha ideato e disegnato.
Un esperimento importante, come sottolinea lo stesso imprenditore. «Quando avevo 17 anni ho iniziato a fare queste cose. Al Rizzarda di Feltre ci insegnavano a fare occhiali a mano. Ci si metteva tre giorni, poi nel tempo sono arrivate le varie attrezzature, fino alle macchine a controllo numerico, che permettono di produrre bene e anche velocemente: si pensi che una montatura viene eseguita in sette minuti», spiega Stramare, che gestisce a Segusino l’azienda FaoFlex srl, con una trentina di dipendenti. «Con i nuovi macchinari, però, si è perso il calore, la personalità che una montatura acquisisce se prodotta manualmente. Una produzione che oggi viene richiesta sempre di più dai grandi marchi, alla ricerca di estro e genialità, ma anche del Made in Italy. Il settore dell’occhialeria sta andando bene, per questo dobbiamo fare in modo che i ragazzi sappiano dar forma a quanto c’è nella testa con le loro mani».
I 24 ragazzi dell’Iti scelti per questa esperienza sembrano davvero entusiasti. «È una bella esperienza», commentano Davide Vettor e Fabio Viel, «che ci aiuta a essere preparati anche per questa tipologia di lavoro. Dobbiamo dire che c’è maggiore soddisfazione nel vedere un’ideaprendere forma sotto le tue mani. Siamo contenti».
Muniti di seghetto, trapano, lime, carta vetrata e raschietti, i ragazzi hanno iniziato a dare forma a una idea, ritagliando gli spazi per le lenti. Tutto rigorosamente a mano. «Non è facile come sembra», dicono gli studenti, che lavorano in gruppi di due.
«È un lavoro importante. che vogliamo far fare ai nostri ragazzi per prepararli anche a questa tipologia di esperienza», dice il professore di meccanica Michele Zancanaro, che segue con le sue classi diversi progetti pratici per prepararli al mondo del lavoro. «Vogliamo che sappiano cavarsela in qualsiasi contesto lavorativo, senza perdersi d’animo e mettendo a frutto la propria creatività. Devono saper trasformare le idee in oggetti, in cose concrete», conclude l’insegnante.
I ragazzi con questa esperienza riscoprono la bellezza di fare qualcosa per vederne subito il risultato.
«L’occhiale come lo intendo io deve essere caratterizzante della persona che lo indossa», conclude Stramare che aggiunge: «Voglio trasmettere il mio sapere ai ragazzi perché ne facciano buon uso nel mondo del lavoro e per il loro futuro».
A complimentarsi con i ragazzi per il lavoro svolto, è arrivata anche la preside Ilaria Chiarusi. —
P.D.A.
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