Fare legna nel bosco o l’orto vicino casa? «Il problema è che non si può uscire»

L’assessore Bottacin dà qualche dritta. Gli spostamenti dalle abitazioni continuano a essere possibili solo in poche occasioni
Cesiomaggiore, 16 novembre 2006. si tagliano le piante per preparare il tracciato della variante alla statale 51 che rettificherˆ le pericolose curve di busche
Cesiomaggiore, 16 novembre 2006. si tagliano le piante per preparare il tracciato della variante alla statale 51 che rettificherˆ le pericolose curve di busche

BELLUNO

È possibile far legna nel bosco di proprietà? No. E coltivare l’orto lontano da casa, magari vicino alla stalla distante qualche chilometro? Neppure. A meno che non si tratti di lavori imposti da una qualche emergenza. Lo chiarisce l’assessore regionale alla protezione civile, Gianpaolo Bottacin, dopo prime interpretazioni del Dpcm del governo che sembravano aprire a qualche opportunità in tal senso. Tra decreti del presidente del consiglio dei ministri, ordinanze dei presidenti di Regione, disposizioni dei sindaci, autocertificazioni, i dubbi sono molti. E per rispondere alle nostre domande, Bottacin ha chiesto consulto anche all’Avvocatura della Regione.

L’eccezionalità dei tempi prevede interventi straordinari, con tante disposizioni che tuttavia spesso sono difficili da interpretare. Anche quelle che dovrebbero essere le più semplici. «Innanzitutto una premessa: la linea è dettata dalle disposizioni statali, finora esplicitate con Dpcm dal capo del governo o con ordinanze ministeriali. Le Regioni possono intervenire con ulteriori atti, più restrittivi ma non in deroga a quelli di livello superiore. Detto questo la finalità di tutte è combattere il virus. Partendo da questo ragionamento già molti quesiti trovano risposta dalla base».

Però laddove i limiti sono labili non sempre è facile la percezione della differenza. Ad esempio, tolto il riferimento ai 200 metri, quando si parla di prossimità dall’abitazione che significato può esserle dato. Perché se ho il bosco dietro casa o l’orto a un chilometro, potrei approfittare per lavorarli… «E invece no. Il primo significato di “prossimità” è quello della lingua italiana, che equivale a dire minima distanza. Paradossalmente, se volessimo essere rigidi, anche meno dei 200 metri precedentemente stabiliti in maniera inequivoca. Poi è ovvio che tutto va interpretato col buon senso. Aver tolto i 200 metri è un atto di fiducia nei confronti dei cittadini; vuol dire che non stiamo a guardare i 50 metri in più o in meno ma ovviamente l’ordine di grandezza di riferimento resta la minima distanza dall’abitazione».

In sostanza, la manutenzione del verde, consentita alle imprese, è o no possibile da parte del privato? Molti cittadini chiedono se è consentito coltivare campi o altri terreni non contigui all’abitazione principale.

«Essendo lo spostamento dall’abitazione principale ammesso solo per tre precise motivazioni, specificate nelle comprovate esigenze lavorative di assoluta urgenza o per motivi di salute, tali attività non rientrano a meno che non rivestano carattere di urgenza ad esempio perché creano una situazione di pericolo».

A un’impresa forestale è consentito il taglio del bosco, al privato no? Anche se quel fazzoletto di “foresta” è di sua proprietà?

«Non è possibile il taglio del bosco ed il trasporto della legna se è inteso come attività ordinaria che possa essere fatta in un momento successivo. Se si viene fermati senza valida motivazione scatta la sanzione».

È possibile, invece, se torna un’altra Vaia e abbatte gli alberi di proprietà?

«Si, a condizione che quegli alberi costituiscano un pericolo».

In molte realtà però l’asportazione della legna serve per mantenere in sicurezza il territorio, ad esempio nelle aree colpite da Vaia. In caso di cantieri le disposizioni sono chiare, ma nel caso di attività dei privati.

«Laddove queste attività siano motivate dall’indifferibilità dell’intervento, ad esempio perché un rinvio potrebbe porre a rischio l’incolumità pubblica, l’allontanamento dall’abitazione può rientrare tra le esigenze di assoluta urgenza. Dirò di più, alle ragioni di sicurezza, si dovrebbero aggiungere anche tutte quelle attività necessarie alla conservazione del territorio, su cui però le disposizioni statali non sono di interpretazione omogenea. Proprio per questo, nella consueta riunione con il governo, abbiamo riproposto la questione sulla possibilità di dare una chiara lettura ad alcune attività che, anche se non urgentissime nell'immediato, se ritardate ancora a lungo potrebbero diventare un problema per il territorio. Un esempio su tutti, gli attacchi primaverili del bostrico alle piante, che dal nostro punto di vista dovrebbero poter costituire una valida motivazione.Va peraltro sempre ricordato che in caso di dichiarazioni mendaci in relazione alla motivazione dello spostamento, o a qualche altra dichiarazione a ciò pertinente, si risponde pure penalmente per falso. Anche per risolvere questo o altri dubbi dei cittadini, abbiamo perciò opportunamente attivato un’apposita mail all’indirizzo covid. chiarimenti@regione. veneto. it; è inoltre possibile chiamare il nostro numero verde della Protezione Civile regionale 800990009».

Nell’appezzamento, magari con stalla, lontano da casa, anche solo poche centinaia di metri, è dunque impossibile zappare, piantare l’insalata, segare l’erba?

«Non ci si può muovere da casa. Questo è il problema». —


 

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