Fare! valuta le alleanze sulla base dei programmi
BELLUNO. Qual è la visione della città? Se lo chiede Fare! in vista delle elezioni comunali. Il partito che vede al timone, in provincia, Leonardo Colle, si è incontrato qualche settimana fa con il Partito democratico, ma non ha ancora preso una decisione su un’eventuale alleanza. Anche perché, spiega Colle, «non c’è ancora chiarezza nemmeno sul candidato sindaco».
Quando il Pd ha incontrato Fare erano ancora in ballo le Primarie di coalizione a centrosinistra, ipotesi oggi sempre più lontana. Fare non ha preclusioni verso nessuno (tranne la Lega Nord) ma prima di decidere chi appoggiare vuole sapere qualcosa in più sui programmi.
«Qual è l’idea della città che hanno i candidati sindaco?», si chiede Colle. «Noi parliamo volentieri con tutti, ma è necessario capire quali progetti ci sono sul tavolo. Progetti concreti, non sogni. Oggi i candidati stanno parlando del nulla, Cosa ce ne facciamo di sogni impossibili come il parcheggio sotto piazza Piloni e la cabinovia che colleghi il Fadalto al Nevegal? Servono idee concrete, che guardino allo sviluppo della città. Trovo desolante che si continui a parlare solo di ruoli, di poltrone, senza entrare nel merito di una idea della città. Anche perché i soldi sono sempre meno, per le amministrazioni, bisogna puntare su un progetto e lavorare per quello. Non ho ancora visto nessuno parlare di cose concrete».
Smuove le acque Colle, desolato da una situazione stantia e che non presenta elementi di novità: «Negli ultimi cinque anni abbiamo vivacchiato», continua. «E guardando ai candidati che ci sono, rischiamo di vivere altri cinque anni in frigorifero».
Eppure Fare non ha preclusioni per il sindaco uscente, e ricandidato, Jacopo Massaro, che pure non ha ancora contattato il partito per un incontro. Neanche la Lega si è fatta avanti, «ma non è un problema perché con loro abbiamo una incompatibilità ideologica e programmatica».
Anche Gamba e Roccon non si sono fatti vivi con Fare. Che, dunque, prende tempo. In attesa di capire, anche, se nascerà un polo di centro: «Ci deve essere una forma di aggregazione della parte moderata dell’elettorato, che sarà anche piccola ma può rappresentare quel 4-5% che può essere, alla fine, l’ago della bilancia. Aspettiamo di capire come si evolve il quadro. Se troveremo l’accordo con qualcuno, guardando agli elementi qualificanti del programma che per noi rappresentano il fattore più importante, metteremo due o tre persone in una lista civica a supporto». (a.f.)
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