Farmaci da banco, la crisi fa diminuire i consumi

BELLUNO. Anche sui farmaci da banco si abbatte la crisi. In calo la vendita dei prodotti che si possono acquistare senza la ricetta medica: dagli antidolorifici agli antinfluenzali, dagli...
Belluno, 27aprile 2006. farmaciaTorna a febbraio il Banco farmaceutico
Belluno, 27aprile 2006. farmaciaTorna a febbraio il Banco farmaceutico

BELLUNO. Anche sui farmaci da banco si abbatte la crisi. In calo la vendita dei prodotti che si possono acquistare senza la ricetta medica: dagli antidolorifici agli antinfluenzali, dagli integratori ai prodotti per la circolazione. Insomma, la vendita dei farmaci più comuni ha registrato una battuta d’arresto; secondo il presidente di Federfarma Belluno, Roberto Grubissa, il calo si aggira sul 3-4 per cento.

«Non sono grandi cifre, ma la crisi effettivamente ha ridotto la capacità di spesa dei singoli cittadini, che non solo preferiscono non curarsi, tagliando la spesa per gli esami medici, ma hanno anche contratto i consumi dei farmaci da banco. «La crisi si fa sentire a tutti i livelli, tanti comparti della sanità stanno verificando che il paziente rimanda le cure o non si cura. E così anche nelle farmacie abbiamo riscontrato un calo dei consumi».

La contrazione maggiore si registra tra i farmaci più diffusi, cioè gli antidolorifici per mal di testa o mal di schiena. «Quando si parla di farmaco da banco, ci si riferisce al farmaco “griffato”, per cui i clienti cercano di rivolgersi al farmaco equivalente che costa meno e ha lo stesso principio attivo. Anche se però quasi tutti in casa hanno l’aspirina piuttosto che la tachipirina e il paracetamolo, ma quello che è cambiato è l’attenzione alla spesa da fare».

Per il presidente di Federfarma il calo nell’utilizzo dei farmaci da banco sarebbe dettato anche dal clima. «Soltanto fino a un paio di settimane stavamo vendendo farmaci per la tosse o per il mal di gola, visto il tempo piovoso e incerto. Si tratta di patologie che cambiano in base alla stagione. Se si perde in un prodotto, magari si recupera in un altro».

Per Grubissa, però, a incidere molto sul consumo di farmaci, c’è anche il ticket «che è molto alto sui farmaci. Per questo motivo i clienti preferiscono indirizzarsi verso l’equivalente. Sono gli stessi clienti a chiedercelo».

Ma il cambio di farmaco in corso di terapia può avere degli effetti collaterali, per questo è meglio rimanere col farmaco vecchio: «E in materia di salute non sempre il prezzo viene preso in considerazione per fare una scelta.La maggior parte delle persone soddisfa prima il bisogno di star meglio, rispetto a quello di spendere meno». (p.d.a.)

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