Farmacista a rischio: «Pur di restare a Cibiana mi riduco lo stipendio»

Il farmacista a cui non è stato rinnovato il contratto vuole a tutti i costi continuare a vivere nel paese: «Qui ho trovato una comunità accogliente»

CIBIANA DI CADORE. Assume, ogni giorno di più, i contorni di una vicenda da libro “Cuore”, la storia del giovane farmacista di Cibiana che vuole restare ai piedi del monte Rite, ma non può essere pagato dalla titolare dell’esercizio perché le spese sono troppo alte. «Sono pronto a pagarmi l’affitto dell’alloggio e pure a ridurmi lo stipendio» assicura dalle pagine del “Corriere delle Alpi” Filippo Barreca, 30 anni, da Reggio Calabria.

È una proposta, la sua, indirizzata a Gloria Biasio, titolare del dispensario farmaceutico di Vodo che gestisce anche la farmacia di Cibiana e che, considerate le spese di questo secondo sito, si è trovata costretta a non rinnovare il contratto con Barreca, coinvolto nella sua impresa un anno fa.

«Io risiedo a 1500 chilometri di distanza, ho temuto il peggio salendo fino ai piedi delle Dolomiti, ma qui ho trovato una comunità accogliente, molto calda, in cui mi sono immediatamente integrato e da qui non vorrei andarmene. Ecco pertanto – fa sapere il farmacista – che sono pronto a qualsiasi sacrificio pur di rimanere».

Prima di arrivare a Cibiana, Barreca aveva lavorato a Roma e a Rimini, quindi in ambienti di città, ma confessa che il calore riscontrato nel paese dei murales «mi ricorda tanto quello del mio paese natale, quindi vorrei scegliere la comunità di Cibiana come paese adottivo».

Nei giorni scorsi la dottoressa Biasio aveva spiegato che considerati i costi di gestione non poteva permettersi ulteriormente le spese per un altro farmacista alle proprie dipendenze e che, pertanto, si sarebbe arrangiata lei stessi a tenere aperto il presidio di Cibiana, avvalendosi semmai di qualche collaborazione.

«Con la mia titolare ci stiamo lasciando cordialmente. Io capisco le sue ragioni, ma ci sto veramente male a non poter proseguire il servizio quassù. Ecco, dunque, che pur di restare sono disposto a venirle incontro facendomi carico di tutta una serie di spese e di risparmi».

I cadorini, come gli altri popoli delle terre alte, sono pienamente consapevoli che per avere a disposizione determinati servizi, questi dovrebbero essere pagati in qualche misura dallo Stato o, semmai, attraverso la tassazione dai residenti. Ma evidentemente questo non è possibile.

«Come in fabbrica, pur di tenere aperto l’impianto, si ricorre al contratto di solidarietà, così il sottoscritto – spiega Barreca – propone questo particolarissimo ‘contratto’ dalla stessa impronta solidale».

Nei giorni scorsi, a sostegno del farmacista, in paese sono state raccolte numerose firme e anche il neosindaco, Luciana Furlanis, ha dato forza all’iniziativa.

Adesso è proprio lei a fare il tifo per Barreca e ad auspicare una soluzione positiva della vicenda. «La soluzione proposta è singolare, come si può ben capire, però c’è sempre una prima volta. Per stoppare lo spopolamento e l’isolamento della montagna, è necessario ricorrere anche alla fantasia creativa».

Il farmacista, dal canto suo, vorrebbe proprio evitare di fare i bagagli. Il suo amore per Cibiana e per la sua gente attende di essere ricambiato con la possibilità di restare a dare un servizio che gli abitanti del paese reputano indispensabile.

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